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DOPO IL WARMING TREND POTREBBE SEGUIRE IL COOLING TREND ?

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Messaggio Da koko Ven Gen 18, 2013 5:04 pm


da un td che avevo aperto tempo fa la tesi del dott.Scafetta sui change
climatici..


«La Terra in passato, nel periodo cosiddetto Cambriano, 500 milioni d’anni fa, ha avuto già occasione di raggiungere questo presunto punto di non ritorno, quando la concentrazione di CO2 fu non 1,2 volte superiore ai livelli pre-industriali, com’è oggi, bensì 20 volte, diconsi 20, più elevata. Purtroppo l’umanità non misura gli eventi col metro della storia, in questo caso preistoria, ma con quello della cronaca. Senza rendersi conto che un secolo o due secoli sono niente, sul calendario del tempo. E gli eventi climatici seguono il calendario del tempo».
Com’è che all’Ipcc sono giunti alle loro conclusioni, a suo avviso avventate per non dire totalmente sballate?
«Fondandosi su modelli climatici chiamati General circulation models, che sono stati poi usati per fare proiezioni nel corso del XXI secolo, assumendo diversi scenari possibili. Questi modelli furono sviluppati prima del 2004, quando si credeva che la temperatura del pianeta fosse rimasta quasi costante nei mille anni precedenti all’era industriale. La credenza ebbe origine da un’analisi statistica effettuata nel 1998 da uno studioso, Michael Mann. Oggi sappiamo che è completamente errata. Inoltre, i cambiamenti climatici sono fortemente condizionati dalle nuvole, dal vapore acqueo, che è in assoluto il principale gas serra, e dalle correnti oceaniche, e i modelli attuali non tengono correttamente conto di questi contributi. I modelli hanno predetto un riscaldamento continuo della Terra in concomitanza con una continua crescita di CO2 durante gli ultimi dieci anni, ma questo riscaldamento non s’è avuto né negli anni dal 1940 al 1975, cioè in pieno boom industriale, né negli ultimi otto anni: in entrambi i periodi s’è osservato un raffreddamento del clima, non un riscaldamento. Inspiegabile, non trova?».
Trovo.
«E se si usano i modelli all’incontrario, cioè per “predire” il passato, essi non riproducono il forte riscaldamento occorso negli anni dal 1910 al 1940. Infine, i modelli che ho citato predicono un riscaldamento piuttosto vistoso nella media e alta troposfera, a circa 10 chilometri sopra l’equatore, ove invece le misurazioni satellitari degli ultimi trent’anni registrano un rinfrescamento».
Ha dell’altro da dire contro questi modelli?
«Be’, sì. Numerosi dettagli suggeriscono che essi non riproducono le oscillazioni viste per decenni nei dati della temperatura. E sistematicamente sottostimano gli effetti dei cicli solari sul clima».
Siamo giunti al cuore della questione: il Sole. Don Ferrante nei Promessi sposi incolpa le stelle dell’epidemia di peste. Lei invece attribuisce alla stella più vicina alla Terra il surriscaldamento del pianeta.
«Già. La domanda che una persona sensata dovrebbe porsi è: che cosa ha causato il riscaldamento della Terra nel trentennio 1910-1940, quando le emissioni di gas serra provocate dall’uomo erano pressoché irrilevanti? E scoprirebbe così che quello fu un periodo di forte crescita dell’attività solare, al pari del ciclo di circa tre secoli noto ai geologi come “periodo caldo medievale”. Mentre un periodo di scarsa attività solare, chiamato dagli astronomi “minimo di Maunder”, fu quello dei tre secoli attorno al 1600, noto ai geologi come “piccola era glaciale”».
Lei s’è posto la domanda.
«Sì. Ma ho seguito un approccio completamente diverso dall’Ipcc per rispondermi».
Mi spieghi questo approccio.
«Ci provo. Vede, i modelli dell’Ipcc, nel tentativo di contemplare la massima quantità di informazioni possibili, hanno incluso un numero enorme di parametri. Ma con un numero enorme di parametri liberi si può ottenere qualunque risultato. Il grande matematico John von Neumann usava dire: “Datemi 4 parametri e vi simulo al calcolatore un elefante; datemene 5 e gli faccio muovere la proboscide”. I modelli climatici, sebbene contengano centinaia di parametri, o forse proprio per questo, simulano malissimo la realtà. Io ho usato un criterio che chiamerei fenomenologico. Sono partito direttamente dai dati reali sul clima disponibili sin dal 1850 e ne ho fatto una dettagliata analisi statistica».
L’esito dell’analisi qual è stato?
«Ho potuto notare la presenza di cicli: i più importanti sono un ciclo di 60 anni e uno di 20. Quindi mi sono domandato quale fosse la loro origine, e credo di aver trovato la risposta. I cicli di 60 e 20 anni sono due cicli naturali, che influenzano tutto il sistema solare: il periodo sinodico di Giove e Saturno, precisamente 20 anni, e il periodo dell’orbita combinata di Giove e Saturno, precisamente 60 anni. Giove e Saturno col loro movimento intorno al Sole producono onde gravitazionali e magnetiche, che investono tutto il sistema solare e fanno letteralmente “ballare” anche il Sole e la Terra: i due maggiori periodi di queste onde sono proprio 20 e 60 anni. Ma forse un paragone tra il mio approccio e quello dei grossi modelli adottati dall’Ipcc può farle meglio capire lo spirito dell’analisi che ho condotto».
Sentiamo.
«Immagini che io voglia prevedere i suoi movimenti quotidiani per i prossimi giorni. Potrei cercare di costruire un modello che contenga decine di parametri liberi: lo stato di salute suo e dei suoi familiari, il traffico, le condizioni meteorologiche, i suoi interessi, il suo lavoro, eccetera, e usare quindi il modello per prevedere i suoi movimenti futuri in rapporto al variare dei parametri, cioè al variare degli scenari. Oppure potrei fare diversamente: studiare i suoi effettivi movimenti degli ultimi 100 giorni, analizzarli statisticamente in modo da enucleare gli elementi di ripetibilità che mi consentano di “prevedere” i suoi movimenti degli ultimi 1.000 giorni. Poi, se la “previsione” eseguita sul passato riproduce accuratamente questo stesso passato, ecco che allora posso usare il modello per avanzare una previsione vera sul futuro. Io ho fatto appunto così. Un mio modello si basa unicamente sul Sole: utilizza due informazioni statistiche presenti nella temperatura degli ultimi 30 anni e degli ultimi 150 anni, e ricostruisce più di 400 anni di clima. Un altro mio modello si basa sui pianeti: usa le informazioni degli ultimi 75 anni e riproduce i precedenti 75 anni».
Risultato?
«In entrambi i casi l’accuratezza delle “previsioni” sul passato è sbalorditiva. Ho quindi usato i miei modelli per fare previsioni da qui al 2100. Il punto centrale è che l’analisi da me fatta evidenzia che almeno il 60% del riscaldamento del clima terrestre osservato sin dal 1975 è causato dalle attività del Sole e degli altri pianeti. E, se così è, dovremmo attenderci un raffreddamento fino agli anni Trenta di questo secolo. Bisognerebbe pubblicare sul Giornale il grafico che ho disegnato al riguardo».
Manca lo spazio. Al massimo può esibirlo al fotografo che deve farle il ritratto, così lo vedranno anche i lettori.
«Il grafico mostra un tracciato rosso indicante la temperatura globale registrata dal 1850 in poi e le previsioni da qui al 2100 basate sul mio modello planetario. Per il futuro sono indicate con curve nere due diverse ipotesi: quella in cui la temperatura mantenga l’attuale fase di crescita e quella in cui la componente secolare dell’attività solare dovesse per qualche ragione ridursi, come peraltro altre considerazioni fanno presumere. Il futuro previsto da me appare ben diverso dalle proiezioni catastrofiche dell’Ipcc, rappresentate dalla curva tratteggiata in azzurro».
C’è nella comunità scientifica qualche altro studioso convinto che non siano le attività umane a governare il clima?
«Ne esistono moltissimi. Faccio parte di un comitato non governativo, l’Nipcc, Nongovernmental international panel on climate change, che ha prodotto quest’anno un corposo rapporto, il Climate change reconsidered, il quale è giunto alla conclusione che è la natura, e non l’uomo, a governare il clima. Questa conclusione è stata fatta propria da oltre 31.000 scienziati americani».
Insomma, dobbiamo ridurre le emissioni di anidride carbonica sì o no?
«La CO2, pur non essendo inquinante, è un gas serra e quindi influenza il clima. Ma attenzione: anche pochi centesimi di euro sono denaro e influenzano la nostra ricchezza. Il punto è che la CO2 antropogenica, cioè prodotta dall’uomo, non ha sul clima quell’influenza squassante e conclamata che ci vorrebbe far credere l’Ipcc. La CO2 è una molecola indispensabile per la fotosintesi clorofilliana che fa vivere tutte le piante. Maggiore CO2 significa quindi più vegetazione rigogliosa, più raccolti, più cibo per uomini e animali. Meglio cercare di adattarsi ai cambiamenti climatici piuttosto che tentare di governarli. Il clima è veramente un gigante di proporzioni impensabili. Fa quello che vuole, ci schiaccia quando vuole e come vuole».
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Messaggio Da koko Ven Gen 18, 2013 5:13 pm

Signori a voi la tesi del più accanito fan del cooling trend.
Opinione personale: è troppo estremista nelle previsioni ma ciò chescrive è accurato..

Tesi Madrigali sui cambiamenti climatici-(definitiva)




La mia tesi climatica, ha avuto il suo inizio, nello studio attento e meticoloso della dinamica dell'atmosfera, con l'osservazione della grande circolazione generale dell'atmosfera, studiando il comportamento del Jet Stream e le sue persistenze configurative, legate ed unite alla espansione-contrazione del VP.





L'osservazione della statistica climatica del Pianeta, segna quindi un percorso ben preciso e delineato, che pone la base per la mia analisi sui mutamenti climatici, dove le variazioni meteorologiche nel corso degli anni, hanno evidenziato che la loro causa-effetto, scandisce la successione degli eventi termici e meteorici sul Pianeta. La riflessione, mi ha portato alla consapevolezza di un mutamento climatico legato, non ad una causa effetto antropica riguardo l'innalzamento delle temperature di questo ultimo ventennio, ma una semplice variazione legata alla mutevolezza delle condizioni atmosferiche legate agli eventi meteorologici nel corso degli anni (decenni).

Una osservazione del getto in quota, che ha palesato il suo grande potere climatico per le sue varianti configurative, che favoriscono le differenze termiche e meteoriche (precipitazioni) fra le varie latitudini, che registrate nel corso del tempo, scandiscono la climatologia.

Una successione di eventi, incisiva e costante, della grande circolazione generale dell'atmosfera e coadiuvata dal VP, la depressione a carattere freddo latente in quota sull'area artica ed antartica, responsabile della genesi delle depressioni mobili e delle annesse perturbazioni oceaniche.

La sua espansione-contrazione rilevata nel corso degli anni, mi ha confermato la sua grande responsabilità di effetto, riguardo i mutamenti climatici, legati intimamente alla progressione ciclica degli eventi , scanditi dal Vortice Polare, con le variazioni della corrente a getto della libera atmosfera.

Una dominante di effetto, che innesca la cadenza costante di situazioni meteoclimatiche anche estreme, come situazioni cicloniche anche intense con condizioni atmosferiche peggiorative, alternate a subtropicali dominanti nel tempo e stabilità duratura, arrivando a variare la statistica climatica nel corso del tempo, per la conseguente causa-effetto scatenata dagli eventi meteorologici distribuiti su vaste aree continentali come oceaniche.

Il cambiamento di direzione e in persistenza del flusso in quota (corrente a getto), a cui sono legate tutti gli eventi meteorici e termici al suolo, la causa scatenante della grande mutevolezza meteorologica e climatica del nostro Pianeta.

Una prima considerazione importante, è la constatazione, che non esiste una scissione fra meteorologia e climatologia, ma una sua unione inscindibile e di estrema importanza, in quanto la climatologia è proprio scandita dalla registrazione nel corso dei secoli e decenni, della mutevolezza delle condizioni atmosferiche nel corso del tempo, che si sono presentate a seconda delle dominanti termiche e meteoriche innescate dalla particolare evoluzione della corrente a getto in quota.

Il jet Stream (corrente a getto) mi ha dato con sempre più determinazione, l'importanza della sua azione sulle masse di aria che interagiscono su determinate aree geografiche, riuscendo ad influire anche sensibilmente, sulla conseguente registrazione di dati, la statistica climatica, (registrazioni meteorologiche e condizioni atmosferiche) che per questo motivo viene a differenziarsi nel corso del passato, con effetti del tutto dipendenti dalla persistenza di determinati disposizioni configurative del flusso in quota.

La chiave di tutto il meccanismo climatico terrestre, è comandato dalla corrente a getto della libera atmosfera, che ha il preciso compito di equilibrare le differenze termiche esistenti trasportando masse di aria diverse alle varie latitudini, che rimanendo dominanti nel corso del tempo, segnano la variazione in statistica della rete di rilevamento, la quale contraddistingue la parte portante della climatologia generale

Un riscaldamento o raffreddamento progressivo rilevato, non ha quindi radici antropiche, ma una semplice "causa-effetto" legata alla grande circolazione generale dell'atmosfera, che viene a “distribuire” in maniera casuale e ripetitiva, le conseguenti azioni prevalenti di masse di aria artica (fredda) o subtropicale (calda). Queste masse di aria, si alternano fra loro in una cadenza ben precisa, scandita dalla espansione o contrazione del Vortice Polare, che è il centro motore della disposizione come invadenza e sua persistenza, della corrente a getto della libera atmosfera. (Jet Stream)

Le profonde differenze termiche nel corso del passato, sono quindi innescate “principalmente” da fattori configurativi attivati dal VP, che hanno il potere di variare anche sensibilmente, i valori di albedo (rapporto in percentuale di energia solare ricevuta e riflessa) e che risultano differenti alle varie latitudini.

Non varia globalmente l'energia termica solare incidente sul Pianeta, che rimane tendenzialmente costante, ma semplicemente "distribuita diversamente", alle varie latitudini geografiche. Non diventa determinante, nei cambiamenti climatici, la causa effetto astronomica, quanto l’azione in persistenza del VP (espansione-contrazione) coadiuvato dal JS.

Questo confermato dai sensori posti sui satelliti, che non hanno avvertito variazioni significative dell'energia solare in arrivo(1* “Le variazioni del clima” di Mario Pinna pag.46-ed.Franco Angeli/ Milano)

Quando il VP è in espansione, il flusso polare si estende in persistenza verso sud, provocando la contrazione dell’ITCZ (Intertropical Convergence Zone) e il ritiro delle subtropicali, con dominante fredda peggiorativa prevalente in espansione verso sud.

L’efffetto contrario con la contrazione del VP, che innesca una causa-effetto di ritiro del JS polare verso nord, con condizioni migliorative atmoferiche, per maggiore invadenza degli anticicloni subtropicali.

Una scoperta importante, che pone il meccanismo climatico terrestre, comandato dalla persistenza atmosferica e non da cause astronomiche, che nella mia tesi, diventano del tutto marginali.

Azioni di raffreddamento o riscaldamento, che si scatenano per una diretta quanto intima relazione di rapporto fra la superficie interessata dalle variazioni termiche e Il corrispondente movimento delle masse d'aria in quota, siano esse di natura artica o subtropicale.

Queste masse d'aria, sotto la diretta influenza del Jet Stream, operano una importante casistica di effetto termico, per le ripercussioni corrispondenti al livello del suolo, a seconda se la superficie interessata al fenomeno, risultano i continenti (minoritari) e gli oceani (maggioritari).

Sussite una relazione di superficie interessata al fenomeno, che innesca una variazione verso il caldo come il freddo, utilizzando un rapporto fisico-matematico di valore critico, che si innesca al dominio termico dominante.

Risulterà determinante per la variazione climatica, quale superficie prevalente, marina o continentale, venga interessata dal trasporto della massa d'aria specifica,(fredda o calda) in un rapporto scatenante in percentuale, fra l'area marina e quella continentale, la natura della situazione termica innescata e il tempo di durata dell'effetto conseguente, che innesca l'ingresso deciso verso una determinata variazione climatica.





La storia climatica della Terra si è sempre svolta, sia nelle epoche glaciali che nelle fasi interglaciali, grazie alla "regia" della grande circolazione generale dell'atmosfera, che può favorire condizioni termiche e meteorologiche assai diversificate nelle varie aree del pianeta, indipendentemente dalla latitudine e dalla longitudine.

Il clima è, infatti, influenzato dalla corrente a getto della libera atmosfera, che riesce sempre e ovunque a modificare, talvolta anche in modo molto sensibile, le condizioni meteoclimatiche al suolo.

Già in tempi non sospetti, si sono verificate risalite dell'Anticiclone subtropicale africano verso il continente europeo, con persistenze costanti e assidue, che hanno determinato stagioni estive molto calde e siccitose, soprattutto negli anni '40 e '50. Secondo la teoria, questo potrebbe essere stato l'inizio dell'attuale fase climatica di transizione, oramai in prossimità della scadenza dei 13 mila anni delle fasi interglaciali, che vede l'alternarsi di decenni più freddi a decenni più caldi rispetto alle medie secolari.

Gli anni '60 e 70', coerentemente a tale logica di pensiero, hanno visto un considerevole raffreddamento rispetto ai decenni precedenti, coincidente peraltro con il rallentamento della Corrente del Golfo che mitiga notevolmente il clima delle coste occidentali europee. Da non sottovalutare anche l'incidenza determinante dei venti superficiali sulle correnti marine, che sono legate intimamente, alla persistenza e determinazione del flusso troposferico (jet Stream). Dagli anni '80 in poi è iniziata una nuova fase di riscaldamento che, tuttavia, non ha affatto le caratteristiche di record. Infatti, vista la durata di 13 mila anni dell'attuale era interglaciale oramai in fase conclusiva, le medie trentennali di riferimento climatico risultano riferimenti impropri e inattendibili per lo studio dell'evoluzione termica del pianeta Terra, con vicissitudini climatiche che si sono susseguite nel corso di millenni fra alti e bassi di temperatura, anche estremi.

Vortice polare e corrente a getto responsabili del clima al suolo
La circolazione generale dell'atmosfera, con il vortice polare, decide le sorti meteoclimatiche di tutto il pianeta, la cui superficie è composta per due terzi da superfice marina, con l'emisfero boreale caratterizzato dalla dominanza di aree continentali rispetto all'emisfero australe.



L'oscillazione del vortice polare (espansione-contrazione) su latitudini diverse e la sua interazione con la grande circolazione dell'atmosfera determina rimonte configurative altopressorie di natura subtropicale oceanica (Anticiclone delle Azzorre) e/o continentale (Anticiclone subtropicale africano), onde cicloniche stazionarie subtropicali oceaniche e flussi di correnti in quota che condizionano inesorabilmente il clima al suolo.

Secondo la Tesi Madrigali, nelle epoche glaciali il vortice polare e la grande circolazione generale dell'atmosfera creerebbero una persistente dominante fredda sui continenti boreali e una dominante subtropicale più calda sugli Oceani, con flusso polare sempre più in discesa di latitudine come di conseguenza del fronte polare. Tutto ciò determinerebbe un ciclo di raffreddamento di scala planetaria, che si accentuerebbe notevolmente sull'emisfero boreale per il consistente effetto albedo dovuto alla marcata presenza di continenti.

Dal canto loro, i ghiacciai si alimentano con le precipitazioni e per potersi estendere senza mai regredire necessitano di abbondanti apporti precipitativi, i quali sono basilari per un processo di raffreddamento assieme a situazioni configurative dominanti fredde nel periodo estivo: queste ultime impediscono il regredire del manto nevoso invernale e costituiscono l'origine per il susseguente accumulo autunnale e invernale.

Il passaggio dall'attuale fase interglaciale alla nuova era glaciale inizierà col ripetersi di azioni lesive sulle situazioni configurative delle stagioni più calde (primavera ed estate). Una costante azione di disturbo ad oltranza, in ingresso in queste stagioni attraverso la corrente a getto, provocherebbe una devastante causa-effetto domino, mettendo le basi per un processo di passaggio alla prossima glaciazione, oramai imminente (nei prossimi decenni). Secondo il Madrigali, il passaggio configurativo finale alla nuova era glaciale non potrà essere lineare e costante, ma vivrà una serie di cause-effetto eclatanti, con disposizioni bariche variegate e burrascose che determineranno un processo di trasformazione climatica in cui l'estremizzazione diventerà una regola, per poi attenuarsi progressivamente al termine del processo con la prevalenza della nuova dominante fredda polare, che sarà quella di riferimento per la nuova glaciazione.

Un'altra prova inconfutabile è rilevabile tramite l'osservazione degli indici teleconnettivi nel corso dei decenni,(Artic Oscillation e e North Atlantic oscillation) che palesano in maniera inequivocabile, come situazioni peggiorative, contraddistinte da valori negativi prevalenti degli indici, rispecchiano cicli periodici meteoclimatici in condizioni avverse (esempio anni '50-'75), con diminuzione delle medie climatiche, dovuto ad un processo di espansione del Vortice Polare.

Indici positivi evidenziano situazioni opposte di trend atmosferici in optimum climatico (esempio anni '80-'90), con azioni prevalenti stabilizzanti e contrazione del Vortice Polare.

Per concludere, la Tesi Madrigali asserisce che i cambiamenti climatici avvengono per una azione ben precisa e mirata del VP, che “contraendosi o espandendosi” ciclicamente con cadenza casuale, innesca cambiamenti climatici importanti.

Questi cambiamenti sono monitorati dalla lettura degli indici teleconnettivi (AO-NAO-PNA-AAO) che rilevano i processi di espansione (dati negativi prevalenti) o contrazione del VP (presenza di dati prevalenti positivi).

Fattori fisico-matematici legati al flusso in quota, intimamente uniti alla espansione-contrazione del VP, come causa scatenante primaria, che spinge il clima del Pianeta verso una determinata direzione termica, con gli effetti cosmici che assumono importanza marginale, pur accelerando un processo comunque in atto.

Il risultato, a parer mio, tramite l'osservazione ricostruite al computer nel corso del tempo della sinottica (osservazioni al suolo)) e del vento geostrofico (vento troposferico), mi hanno evidenziato questa stretta correlazione, e reso evidente la validità dello studio climatico.

Un ulteriore prova concreta, la ricostruzione del tempo del passato , dove ho constatao che nella PEG, (Piccola era Glaciale- 1500-1870 d.C) l'incidenza della configurazione in quota è risultata decisiva per non dire “determinante” per costruire condizioni meteoclimatiche particolarmente inclementi, che hanno contraddistinto quel particolare momento temporale.

Una pressante situazioni termica avversa verso il freddo, avviata dal VP in un processo di espansione, ha esaltato una dominante artica invernale e prevalenti situazioni perturbate estive, in una successione di eventi atmosferiche persistenti, che ha modellato l'ultimo avvento climatico fra i più inclementi che la storia recente del nostro Pianeta ricordi, dopo l'ultima grande era glaciale .

Nella PEG come per altre situazioni termiche passate, è del tutto “fallace” pensare ad una azione solare ( minimo di Munder), come causa scatenante dei cicli di raffredamento e riscaldamento legato al numero delle macchie solari, poiché non varia la radiazione in arrivo dal sole, ma varia solo come viene ripartita alle varie latitudini. La nostra stella più vicina (il sole) ha solo il compito di alimentare con il combustibile solare, tutto l’ingranaggio meteoclimatico terrestre, poiché la nostra stella può generare una causa-effetto lineare e non sinusoidale (alternanza in seno alla variazione, di alti e bassi termici), che può essere innescata solo dalla variazione mutevole nel tempo, da parte della grande circolazione generale dell'atmosfera.

Lo studio e l'osservazione dei documenti storici, rendono chiaro come anche nella PEG siano stati presenti periodi minimi di optimum climatici, naturalmente non prevaricanti rispetto a quelli freddi.

Ogni era interglaciale, è contrassegnata da variazioni termiche diversificate a seconda del trend configurativo in atto, con periodi temporali di corto (decennali),medio (trentennali e più) e lungo respiro (secolari).

Questo può essere rilevato nella osservazione climatica dell'era interglaciale, che rimarca una estrema mutevolezza termica, con svariati alti e bassi termici di durata assai diversificata, ma con un senso logico cadenzato, che evince una fase iniziale di prevalenza verso trend caldi (testa), una fase centrale calda (optimum post glaciale) e una fase di coda (l'attuale) di dominante ricercata ciclica piu' verso il freddo che non verso il caldo.( tabella corrispondente)

Il Pianeta scandisce nel suo processo del tutto “casuale” ma ripetitivo, l’era glaciale a quella interglaciale, alterando principalmente la ripartizione del calore alle varie latitudini, quale causa-effetto primaria che tende a far uscire o rientrare la Terra, da ogni era glaciale, di durata intorno i 100.000 anni.

Il nostro pianeta, ha vissuto estremizzazioni climatiche importanti e diversificate, che hanno modificato in maniera incisiva, svariate situazioni termiche mondiali nel passato, e che può aver contribuito anche all’estinzione di massa dei dinosauri, come di altre molte specie del Pianeta.(nell’ultima glaciazione si estinsero il 75% delle specie esistenti).

Ultima constatazione di fatto decisiva, in un presunto riscaldamento globale, non può essere presente una rilevazione di estremi di temperatura, ma una dominante graduale verso una media di livellamento, in costante aumento, dove i valori freddi record sono praticamente smorzati e addolciti.

L'esempio di illogicità del GW antropico è leggibile negli estremi termici rilevabili negli inverni rigidi del 1929-1957-1985 come in conferma ulteriore, negli ultimi inverni del nuovo millennio, che sta palesando una accelerazione del processo verso un global cooling.

In un riscaldamento globale, la media termica in aumento, dovrebbe “stemperare” gli eccessi verso il basso, impedendo record di freddo invernali con la riduzione delle precipitazioni nevose, agendo su le masse d'aria artiche sia marittime che continentali. Ma questo fatto non è mai avvenuto e pongo i grafici del pack artico e antartico, dove è facilmente leggibile il processo di raffreddamento in atto, dopo l'optimum anni '80-'90, dove si era registrato una impennata delle medie mondiali per un ciclo in optimum climatico.

L'artico a registrato una diminuzione dell'estensione dei ghiacci con un picco negativo che per la logica dell'inerzia termica, ha avuto il suo culmine alla conclusione del trend anni '80-'90 entrando agli inizi del nuovo millennio.

Ma è anche osservabile, una nuova tendenza verso l'aumento del pack artico, che sta avendo una costante accelerazione in questi ultimi due anni, evidenziando un processo inverso in atto, orientato ad un aumento della superficie ghiacciata, se pur lenta rispetto all'Antartico.

Ancora più vistoso il processo al Polo Sud, dove è leggibile da tempo, un aumento verso valori anomali positivi record del pack antartico, palesando un processo anticipato di forte raffreddamento rispetto all'Artico, dovuto alla differenza di rapporto di continentalità (minoritaria) rispetto a quella di oceanicità(maggioritaria).

La minore presenza di continenti ha facilitato l'anticipo del global cooling in Antartico e sull'emisfero Australe, rimarcato dagli ultimi due inverni con valori rigidi record specie in America meridionale e valori molto freddi in SudAfrica e Australia settentrionale, con forti anomalie termiche verso il Tropico del capricorno e l'equatore .

Risulta sorprendente notare nell'inverno rigido Australe, la rilevazione di situazioni termiche da record:





17 giugno 2010: 500 pinguini africani muoiono per il freddo a causa dell’ondata glaciale che ha toccato la Provincia del Capo orientale in Sud Africa

19 luglio 2010: il freddo glaciale distrugge in Sud Africa parecchie centinaia di Sistemi Solari Termici

5 agosto 2010: neve sul Brasile e temperature sotto zero nel River Plate. Moria di pesci tropicali

6 agosto 2010: il Sud America è colpito da un’ondata fredda eccezionale. Nella Bolivia dell’est si è scesi fino a -6°C. Milioni di pesci abituati a nuotare a circa 20°C muoiono congelati. Analoga fine per rettili, uccelli, tartarughe. Come conseguenza le acque sono diventate imbevibili e il governo ha chiuso la pesca per l’intero anno. Le morti di persone e animali in Argentina, Uruguay, Paraguay e Brasile del Sud aumentano. Un metro di neve copre la Patagonia e lungo le Ande si sono interrotte le comunicazioni. Moltissime culture cilene di agrumi e avocado sono state distrutte, riducendo l’esportazione del 40%

9 agosto 2010: gli australiani hanno vissuto la mattinata più fredda degli ultimi 30 anni. Sidney si è svegliata sotto una coltre di gelo.

Evidente, da questi fatti appena esposti, una graduale evoluzione verso un processo di raffreddamento sempre più intenso, presente anche sull'artico in accelerazione, ma anticipato da qualche anno in Antartico, dove il processo è in forte aumento. Questa situazione scatenerà nei prossimi decenni, l'effetto concatenante conseguente (Antartico>>Artico) che incentiverà nel corso dei prossimi anni, una sensibile diminuzione delle temperature globali, anche sull'emisfero Boreale. L'albedo in aumento per la riflessione operata dai pack artici e antartici sarà determinante nel favorire un processo di raffreddamento sempre più intenso, anche per la vitalità dei rispettivi Vortici Polari.

Riscontrabile in questi ultimi inverni, l'aumento drastico delle precipitazioni e di innevamento record invernale anche sull'emisfero Boreale, reso palese dall'inclemente inverno in USA-ASIA e in EUROPA a novembre-dicembre.

Una progressione inesorabile verso il freddo, resa ancora più evidente dalla intrusione dell'inverno sulle stagioni intermedie, con la concatenante contrazione del periodo estivo. (primavere assai burrascose, con alti e bassi termici, con estati sempre più in sofferenza).

Questo testo è l' Essenza della mia ricerca, con le affermazioni base, riflessioni e analisi sui cambiamenti climatici legati alla espansione-contrazione del vortice polare e maggiore/minore invadenza del jet stream, che potremmo chiamare "Tesi Madrigali e il global cooling”. Non un GW antropico, ma una semplice interazione di cause-effetto del tutto “naturali” in un processo graduale quanto inesorabile, rivolto verso un prossimo processo di raffreddamento già in atto. Il passaggio obbligato e cadenzato del Pianeta, verso una prossima quanto inesorabile era glaciale. Un nuovo trend ANNI 2000 rivolto a condizioni peggiorative è già un effetto visibile e riscontrabile in Europa, come sull'emisfero Australe, palesato da autunni precoci e primavere assai più variabili ed invadenti sull'estate, con inverni sempre più marcati su vaste zone, rispetto ad invadenze subtropicali, contratte e sempre più inibite, salvo rare eccezioni, dalla pressione del VP.





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Messaggio Da leopoldo Ven Gen 18, 2013 5:16 pm

Impennate della T- media si sono registrate anche prima , come dal 1860 al 1882, prima dell'eruzione del Krakatoa del 1883 .
dal 1860 al 1882 si registrarono frequenti Autunni - e Primavere ( stagione intermedie ) + calde , e frequenti Inverni molto miti .
frequenti h.p. sub tropicali autunnali-primaverili dal 1870 al 1879
poi , dopo iniziò cooling trend la serie degli Inverni gelidi e nevosi come nel 1891 - 1893 - 1895 - 1901 - 1905 , ed estati piu fresche in particolare ad inizio XX secolo , dal 1901 al 1919.

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Messaggio Da leopoldo Ven Gen 18, 2013 5:17 pm

Impennate della T- media si sono registrate anche prima , come dal 1860 al 1882, prima dell'eruzione del Krakatoa del 1883 .
dal 1860 al 1882 si registrarono frequenti Autunni - e Primavere ( stagione intermedie ) + calde , e frequenti Inverni molto miti .
frequenti h.p. sub tropicali autunnali-primaverili dal 1870 al 1879
poi , dopo iniziò il cooling trend , la serie di Inverni gelidi e nevosi come nel 1891 - 1893 - 1895 - 1901 - 1905 , ed estati piu fresche in particolare ad inizio XX secolo , dal 1901 al 1919.

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Messaggio Da riccardo 94 Ven Gen 18, 2013 5:19 pm

madrigali sempre il solito estremista ma anchio sono convinto che sto periodo di eccessi termici stia per finire...
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Messaggio Da riccardo 94 Ven Gen 18, 2013 5:20 pm

Leopoldo con questo vuoi dire che dobbiamo aspettare l'eruzione di un vulcano per vedere una diminuzione termica??
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Messaggio Da koko Ven Gen 18, 2013 5:20 pm

PEr farci 2 sane risate...
FONTE CM(CAMBIAMENTI CLIMATICI) cambiamenti climatici? "Causati dalle scorregge dei dinosauri"
Uno degli studi più curiosi sui cambiamenti climatici è stato quello condotto dalla John Moores University di Liverpool, che ha ipotizzato che il gas delle flatulenze dei dinosauri abbiano causato importanti cambiamenti climatici nel Mesozoico. SOCIAL:Uno degli studi più curiosi sui cambiamenti climatici è stato quello condotto dalla John Moores University di Liverpool, che ha ipotizzato che il gas delle flatulenze dei dinosauri abbiano causato importanti cambiamenti climatici nel Mesozoico.
L’idea non è infondata, dato che ai nostri giorni la quantità di metano emessa dai ruminanti nel mondo non è trascurabile (tanto che sono in corso studi per ottimizzare la dieta degli animali allevati), e considerando le dimensioni dei dinosauri erbivori gli scienziati hanno calcolato che avrebbero potuto emettere abbastanza metano nell’atmosfera da causare un effetto serra avvertibile.



Oggi, le emissioni di metano di tutti i ruminanti presenti nel mondo (includendo sia quelli allevati che quelli selvatici, come le giraffe) è stimata tra le 45 e le 90 milioni di tonnellate all’anno.

Le emissioni stimate dei dinosauri del Mesozoico sono stati stimate dagli scienziati in 472 milioni di tonnellate all’anno (un valore comparabile a quello attuale sommando le fonti naturali e le fonti artificiali), per una concentrazione di metano nell’atmosfera di 6 o 8 parti per milione, ben più alta di quella attuale.






Ultima modifica di koko il Ven Gen 18, 2013 5:24 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da riccardo 94 Ven Gen 18, 2013 5:21 pm

Questa la sapevo Laughing Laughing Shocked diventiamo vegetariani
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Messaggio Da koko Ven Gen 18, 2013 5:23 pm

riccardo 94 ha scritto:madrigali sempre il solito estremista ma anchio sono convinto che sto periodo di eccessi termici stia per finire...

non c'è dubbio.. accurato però quando parla dell' importanza dei jet stream
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Messaggio Da riccardo 94 Ven Gen 18, 2013 5:23 pm

koko ha scritto:
riccardo 94 ha scritto:madrigali sempre il solito estremista ma anchio sono convinto che sto periodo di eccessi termici stia per finire...

non c'è dubbio.. accurato però quando parla dell' importanza dei jet stream

sisi nulla da discutere però Rolling Eyes Rolling Eyes
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Messaggio Da leopoldo Ven Gen 18, 2013 5:38 pm

riccardo 94 ha scritto:Leopoldo con questo vuoi dire che dobbiamo aspettare l'eruzione di un vulcano per vedere una diminuzione termica??

In realtà in passato ci sono stati periodi con forti eruzioni vulcaniche che hanno avuto effetti importanti sul clima .

L' eruzione del Pinatubo del 1991 , non paragonabile alla terribile Eruzione del 1883 , causò un leggero calo della T. media globale ,tra il 1992 e 1993 , visibile in tutti i grafici dei principali enti mondiali.
Vulcanismo è un fattore interno al Sistema Terra , ma c'e un altro fattore molto piu importante esterno al sistema , il Sole . periodi prolungati con bassa attivita Solare , decenni con lunghissimi Minimi , potrebbero incidere sulle anomalie termiche negative Oceaniche. .

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Messaggio Da riccardo 94 Ven Gen 18, 2013 5:40 pm

leopoldo ha scritto:
riccardo 94 ha scritto:Leopoldo con questo vuoi dire che dobbiamo aspettare l'eruzione di un vulcano per vedere una diminuzione termica??

In realtà in passato ci sono stati periodi con forti eruzioni vulcaniche che hanno avuto effetti importanti sul clima .

L' eruzione del Pinatubo del 1991 , non paragonabile alla terribile Eruzione del 1883 , causò un leggero calo della T. media globale ,tra il 1992 e 1993 , visibile in tutti i grafici dei principali enti mondiali.
Vulcanismo è un fattore interno al Sistema Terra , ma c'e un altro fattore molto piu importante esterno al sistema , il Sole . periodi prolungati con bassa attivita Solare , decenni con lunghissimi Minimi , potrebbero incidere sulle anomalie termiche negative Oceaniche. .

Grazie mille per la spiegazione Wink
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Messaggio Da luca90 Ven Gen 18, 2013 5:45 pm

koko ha scritto:PEr farci 2 sane risate...
FONTE CM(CAMBIAMENTI CLIMATICI) cambiamenti climatici? "Causati dalle scorregge dei dinosauri"
Uno degli studi più curiosi sui cambiamenti climatici è stato quello condotto dalla John Moores University di Liverpool, che ha ipotizzato che il gas delle flatulenze dei dinosauri abbiano causato importanti cambiamenti climatici nel Mesozoico. SOCIAL:Uno degli studi più curiosi sui cambiamenti climatici è stato quello condotto dalla John Moores University di Liverpool, che ha ipotizzato che il gas delle flatulenze dei dinosauri abbiano causato importanti cambiamenti climatici nel Mesozoico.
L’idea non è infondata, dato che ai nostri giorni la quantità di metano emessa dai ruminanti nel mondo non è trascurabile (tanto che sono in corso studi per ottimizzare la dieta degli animali allevati), e considerando le dimensioni dei dinosauri erbivori gli scienziati hanno calcolato che avrebbero potuto emettere abbastanza metano nell’atmosfera da causare un effetto serra avvertibile.



Oggi, le emissioni di metano di tutti i ruminanti presenti nel mondo (includendo sia quelli allevati che quelli selvatici, come le giraffe) è stimata tra le 45 e le 90 milioni di tonnellate all’anno.

Le emissioni stimate dei dinosauri del Mesozoico sono stati stimate dagli scienziati in 472 milioni di tonnellate all’anno (un valore comparabile a quello attuale sommando le fonti naturali e le fonti artificiali), per una concentrazione di metano nell’atmosfera di 6 o 8 parti per milione, ben più alta di quella attuale.





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Messaggio Da leopoldo Ven Gen 18, 2013 5:49 pm

riccardo 94 ha scritto:
leopoldo ha scritto:
riccardo 94 ha scritto:Leopoldo con questo vuoi dire che dobbiamo aspettare l'eruzione di un vulcano per vedere una diminuzione termica??

In realtà in passato ci sono stati periodi con forti eruzioni vulcaniche che hanno avuto effetti importanti sul clima .

L' eruzione del Pinatubo del 1991 , non paragonabile alla terribile Eruzione del 1883 , causò un leggero calo della T. media globale ,tra il 1992 e 1993 , visibile in tutti i grafici dei principali enti mondiali.
Vulcanismo è un fattore interno al Sistema Terra , ma c'e un altro fattore molto piu importante esterno al sistema , il Sole . periodi prolungati con bassa attivita Solare , decenni con lunghissimi Minimi , potrebbero incidere sulle anomalie termiche negative Oceaniche. .

Grazie mille per la spiegazione Wink

Ciao Wink

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Messaggio Da ale90 Dom Gen 20, 2013 1:49 pm

leopoldo ha scritto:
riccardo 94 ha scritto:Leopoldo con questo vuoi dire che dobbiamo aspettare l'eruzione di un vulcano per vedere una diminuzione termica??

In realtà in passato ci sono stati periodi con forti eruzioni vulcaniche che hanno avuto effetti importanti sul clima .

L' eruzione del Pinatubo del 1991 , non paragonabile alla terribile Eruzione del 1883 , causò un leggero calo della T. media globale ,tra il 1992 e 1993 , visibile in tutti i grafici dei principali enti mondiali.
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in questo grafico si vede la diminuzione delle T a causa dell' eruzione del monte Pinatubo Wink

DOPO IL WARMING TREND POTREBBE SEGUIRE IL COOLING TREND ? - Pagina 2 13877edbb06f3c8ee3e25ce8788cdf06_UAH_LT_1979_thru_September_2011
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Messaggio Da ale90 Dom Gen 20, 2013 7:27 pm

provo a dire anche la mia Wink

Prima di tutto posto questo interessante questo grafico dell' attività solare...

DOPO IL WARMING TREND POTREBBE SEGUIRE IL COOLING TREND ? - Pagina 2 Sunspot_Number-it

sicuramente il Sole ha avuto un ruolo determinante nel GW; certo che ora mi aspetterei un maggior calo delle T visto che il sole si sta facendo un pisolino Sleep


DOPO IL WARMING TREND POTREBBE SEGUIRE IL COOLING TREND ? - Pagina 2 7571951_f520

comunque secondo la noaa, il 2012 è stato il 10° anno più caldo a livello globale dal 1880...
Anomalia: 0,57°C rispetto alla media del XX sec

DOPO IL WARMING TREND POTREBBE SEGUIRE IL COOLING TREND ? - Pagina 2 201212

con un inizio d' anno abbastanza fresco (forse per la nina??)

tuttavia se consideriamo gli anni in cui abbiamo avuto la nina, il 2012 è stato il piu caldo in assoluto...


DOPO IL WARMING TREND POTREBBE SEGUIRE IL COOLING TREND ? - Pagina 2 201213

mappa delle anomalie globali
DOPO IL WARMING TREND POTREBBE SEGUIRE IL COOLING TREND ? - Pagina 2 201201-201212

classifica degli anni più caldi

1 2010 0.66 1.17
2 2005 0.65 1.17
3 1998 0.63 1.13
4 2003 0.62 1.11
5 2002 0.61 1.10
6 2006 0.59 1.07
6 2009 0.59 1.07
6 2007 0.59 1.06
9 2004 0.58 1.04
10 2012 0.57 1.03
come detto da luca, numero eventi estremi, ecco la top 10 noaa...

1 Arctic Sea Ice Extent Late Spring Through Fall 2012
2 Agricultural Drought Summer 2012
3 Hurricane Sandy October 2012
4 Super Typhoon Bopha/Pablo December 2012
5 Northern Hemisphere Warmth Throughout 2012
6 Greenland Ice Sheet & Glacier Calving July 2012
7 Eurasian Continent Cold Wave January/February 2012
8 Northeastern Brazil Drought First Half of 2012
9 African Floods July - October 2012
10 Antarctic Sea Ice Extent September 2012

in questo link c' è la mappa degli eventi estremi e significativi del 2012

http://www.ncdc.noaa.gov/sotc/service/global/significant-extremes/201213.gif

è anche vero che dal 2000 non si è più avuto un aumento significativo delle T globali, mentre la CO2 in atmosfera è aumentata notevolmente, siamo vicini alla quota delle 400 ppm

DOPO IL WARMING TREND POTREBBE SEGUIRE IL COOLING TREND ? - Pagina 2 Grafico-temperature_gis_2012-1

DOPO IL WARMING TREND POTREBBE SEGUIRE IL COOLING TREND ? - Pagina 2 2048x1569xSPCO2.jpg.pagespeed.ic.cvKnvqfQv4

tuttavia se gli effetti della co2 fossero insignificanti o limitati mi sarei aspettato un calo delle T globali vista la scarsa attività solare...
magari gli oceani stanno ancora cedendo parte del calore assorbito durante il massimo solare confused
vedremo nei prossimi anni che saranno importantissimi per stabilire se esiste e quanto sia influente l' effetto antropico sul clima soprattutto se continuerà questa fase di minimo solare (molto probabile). Wink


Ultima modifica di caravaggio90 il Dom Gen 20, 2013 8:50 pm - modificato 2 volte.
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Messaggio Da riccardo 94 Dom Gen 20, 2013 7:34 pm

molto interessante come articolo il dato del 2012 gfa riflettere: fresco se paragonato ai precedenti anni ma caldo rispetto agli anni con la nina (comunque la nina fino a giugni-luglio poi enso se dobbiamo dirla tutta) dal 1980 netto aumento dell'annomalie rispetto al precedente periodo Shocked Shocked
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Messaggio Da ale90 Dom Gen 20, 2013 8:58 pm

riccardo 94 ha scritto:molto interessante come articolo il dato del 2012 gfa riflettere: fresco se paragonato ai precedenti anni ma caldo rispetto agli anni con la nina (comunque la nina fino a giugni-luglio poi enso se dobbiamo dirla tutta) dal 1980 netto aumento dell'annomalie rispetto al precedente periodo Shocked Shocked

eggià il ciclo enso è passato in fase neutra (nada) da aprile 2012...

http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/ensostuff/ensoyears.shtml

e da aprile l' anomalia delle T è cresciuta come si vede dal grafico sopra Wink

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Messaggio Da riccardo 94 Dom Gen 20, 2013 8:59 pm

caravaggio90 ha scritto:
riccardo 94 ha scritto:molto interessante come articolo il dato del 2012 gfa riflettere: fresco se paragonato ai precedenti anni ma caldo rispetto agli anni con la nina (comunque la nina fino a giugni-luglio poi enso se dobbiamo dirla tutta) dal 1980 netto aumento dell'annomalie rispetto al precedente periodo Shocked Shocked

eggià il ciclo enso è passato in fase neutra (nada) da aprile 2012...

http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/ensostuff/ensoyears.shtml

e da aprile l' anomalia delle T è cresciuta come si vede dal grafico sopra Wink


si scusami da aprile non da giugno Wink comunque la sostanza è quella
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Messaggio Da luca90 Lun Gen 21, 2013 12:14 am

L'ale quando si mette in moto su queste cose e il top!! Grandissimo un piacere leggerti Wink

Comunque credo che per avere una vera inversione di tendenza bisognerà attendere qualche anno, il riscaldamento degli ultimi tempi e stato decisamente tosto in piu a mio avviso l'inquinamento che abbiamo complicherà non poco la fase di discesa delle temperature
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Messaggio Da leopoldo Mar Gen 22, 2013 6:13 pm

Inverno dati dal 1967 , estensione nevosa è evidente come dal 2009 gli Inverni sono in media piu nevosi per l'Emisfero Boreale.

e come negli anni '90, con Inverni poco nevosi e piu miti .

http://www.ncdc.noaa.gov/sotc/service/global/snowcover-nhland/201112-201202.gif
questo potrebbe essere un altro indizio verso un inversione di tendenza .

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Messaggio Da luca90 Mar Gen 22, 2013 6:22 pm

Interessante questo grafico Negli anni 2000 abbiamo avuto un bel miglioramento!

Quest'anno abbiamo un netto miglioramento delle copertura nevosa su euro-Asia
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Messaggio Da riccardo 94 Mar Gen 22, 2013 6:55 pm

dagli anni 2000 netto aumento ma notare come in calo rispetto al 2009
notare intorno al 1980 poi che crollo e quanto tempo ci è voluto per riprendersi anche questo dato da tenere in considerazione
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Messaggio Da luca90 Mar Gen 22, 2013 6:58 pm

Gli anni 90 sono stati disastrosi .. Nel 2009 un calo ma in rapida ripresa E quest'anno e pazzesco come innevamento europeo
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Messaggio Da riccardo 94 Mar Gen 22, 2013 7:00 pm

secondo bisogna aspettare almeno altri 5 anni per verifarne un vero cambiamento a partire dall'estate Wink
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