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koko fabri ale una domanda x voi!?

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Messaggio Da Ospite Mar Gen 15, 2013 12:58 pm

come mai dai modelli non si vede la mjo in fase 7??????
è della nam cosa mi dite coupling in atto ma nn si vede nulla dai gm?????

chiedo a voi xchè siete piu' preparati di me!!

con stima gianluca

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Messaggio Da luca90 Mar Gen 15, 2013 12:59 pm

Attendo con te la risposta dei grandi del forum!! Cool
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Messaggio Da Ospite Mar Gen 15, 2013 1:15 pm

koko fabri ale una domanda x voi!? 11965494


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è di questi cosa dite??????
inizia vero?????

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Messaggio Da koko Mar Gen 15, 2013 1:30 pm

sono perplesso pure io..
farò ricerche..
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Messaggio Da koko Mar Gen 15, 2013 3:16 pm

riporto le parole di Antonio Pallucca che io ritengo molto bravo anchesedal carattere non facile..
L’evento estremo stratosferico ha prodotto un incredibile frazionamento (strappo) del VP, il quale si e’ straferito in troposfera frazionandosi in più lobi. Ovviamente un forte SW, rivisitato come evento estremo, non sempre da gli stessi risultati troposferici e spesso produce un disordine tale da inibire le stesse onde planetarie (tropowaves) nel loro regolare sviluppo. Diversi vortici secondari, a carattere estremamente freddo, si inseriscono nella troposfera e iniziano l’erosione delle onde dinamiche che successivamente falliscono i tentativi split nella media troposfera. Questa potrebbe essere la causa principale di questo totale disordine, in ogni caso dobbiamo tener presente che lo stesso determinismo quando si origina questo disordine estremo (caos estremo) amplifica gli errori in fase d’ingresso alle elaborazioni di calcolo tali da portare notevoli variazioni per una semplice e minimale variazione di pressione in un punto qualsiasi del nostro Emisfero. La situazione attuale rende perfettamente l’idea di come l’atmosfera sia considerata una scienza non esatta e sebbene sia riletta in sofisticate elaborazioni numeriche/algoritmi, rappresenta in pieno la legge del Caos. La situazione attuale e futura sembra inquadrare molto bene questa legge. Ovviamente quando verrà meno questa estrema forzante (allerta stratosferica) la situazione dovrà necessariamente tornare in equilibrio, con effetti sicuramente più chiari e di più fluida lettura. Vorrei ricordare, inoltre, che tutti gli indici atmosferici attualmente favorevoli, non rappresentano il reale andamento dell’involucro gassoso che ci sovrasta.
Antonio Pallucca
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Messaggio Da koko Mar Gen 15, 2013 3:29 pm

altro articolo.
fonte METEOWEB

Il “Major Stratwarming” in atto sull’Artico conserva un grande potenziale gelido, ma per scatenarlo occorrono alcuni ingredienti indispensabili

Qualcosa di grosso bolle in pentola. Dopo la lunga pausa delle prime due decadi del mese di Gennaio l’inverno potrebbe tornare ad alzare la voce nelle prossime settimane, con nuove irruzioni fredde, dalle latitudini polari, pronte a riportare gelo e neve su gran parte delle aree continentali dell’emisfero boreale, fra nord America, Europa e Asia centro-settentrionale. Nonostante il valzer dei principali centri di calcoli internazionali le porte del grande freddo rischiano seriamente di spalancarsi entro l’ultima decade del corrente mese, con un sostanziale abbassamento dei valori termici, più consoni per la stagione, ed il ritorno della neve a bassa quota. Bastano solo i giusti ingredienti. In questi giorni sopra l’Artico si sta consumando un “Major Stratwarming” davvero rilevante, con un anomalo riscaldamento della bassa stratosfera di circa +50°C +60°C rispetto ai valori medi, come viene ben evidenziato da giorni dai modelli a 10 hpa. Come ben sappiamo, questo anomalo riscaldamento della bassa stratosfera, una volta attivo, tende gradualmente, a più riprese, ad espandersi verso l’alta troposfera, con un importante aumento termico che ha delle conseguenze importanti sull’evoluzione meteorologica al suolo. Lo “Stratwarming” è in grado di produrre una rottura o separazione (detto “split”) in due o più “lobi” del cosiddetto vortice polare. Quest’ultimo tende a spezzarsi in più “lobi”, che tendono a muoversi verso le latitudini più meridionali (in genere quelli principali si collocano tra l’Artico canadese, la Scandinavia e la Siberia orientale), apportando condizioni di maltempo, nevicate e un consistente calo termico fra Europa, nord-America e Asia centro-settentrionale, sul Polo Nord si forma un’area di alta pressione, con massimi barici che possono superare pure i 1040-1050 hpa.

Le più grandi ondate di gelo, di portata storica, che hanno investito il continente europeo nel 1929, 1963 e 1985, sono tutte associate ad un importante evento di “Major Stratwarming”. Generalmente, non appena gli effetti dello “Stratwarming” iniziano a dissiparsi, il vortice polare può ricomporsi dopo 15 giorni lungo le latitudini artiche, riposizionando il proprio minimo depressionario principale sopra il mar Glaciale Artico. Come già preannunciato lo “Stratwarming”, con molta probabilità, comincia ad insorgere quando la circolazione generale emisferica comincia a presentare un andamento piuttosto ondulato, per lo sviluppo di “forcing” troposferici sempre più intensi, specie fra il Pacifico settentrionale e il nord Atlantico, dove vanno a costruirsi imponenti “blocking” (promontori anticiclonici di blocco, distesi lungo i meridiani) che arrestano le impetuose correnti zonali. In questa fase sopra le latitudini artiche, a causa degli intensi “forcing” nell’alta troposfera, si possono verificare degli intensi riscaldamenti stratosferici che tendono a propagarsi verso l’alta troposfera, favorendo un sensibile aumento dei valori di geopotenziale che vanno ad instaurare una potente cellula anticiclonica dinamica troposferica sopra l’Artico.

La formazione di questo potente anticiclone artico va a destabilizzare la figura del vortice polare, la quale, di tutta risposta all’attacco anticiclonico e all’improvviso aumento dei geopotenziali in quota, andrà a spaccarsi in due o più “lobi” (“split”) in movimento verso le medie latitudini, fra l’Asia settentrionale, il nord America e l’Europa. Andando alla deriva, fra l’America settentrionale, l’Europa e l’Asia centro-settentrionale, i vari “lobi” del vortice polare, ormai frantumato in più tronconi dalla potente circolazione anticiclonica instaurata sopra il Polo Nord, tenderanno ad arrecare condizioni di intenso maltempo, con nevicate diffuse e un consistente calo termico nelle aree maggiormente interessate. I vari “lobi” secondari del vortice polare, scivolando verso le medie latitudini, vengono alimentati dal costante afflusso di masse d’aria molto gelide, d’estrazione artica, pilotate dal robusto anticiclone artico che si va a collocare, temporaneamente, al di sopra del mar Glaciale Artico, con massimi barici che spesso possono oltrepassare i 1040-1050 hpa.

Bisogna però sottolineare come senza la complicità delle due importanti figure anticicloniche oceaniche dell’emisfero boreale, l’alta pressione delle Aleutine sul nord Pacifico e quello delle Azzorre sull’Atlantico settentrionale, lo “Stratwarming” sopra l’Artico alle volte non basta per arrecare importanti ondate di gelo verso le basse latitudini. Difatti, una disposizione lungo i meridiani delle due importanti figure anticicloniche oceaniche, con grossi e robusti “blocking” che riescono ad arrestare il flusso delle “Westerlies” sull’intero emisfero (il famoso “2 wave pattern”), non fa altro che accrescere gli scambi meridiani, spianando la strada per la discesa di grandi blocchi di aria gelida polare, direttamente dalla Calotta dell’Artico, lungo i bordi orientali delle circolazioni anticicloniche. Queste sono le condizioni adatte anche per l’attivazione dei cosiddetti flussi retrogradi (o antizonali), quando l’anticiclone oceanico tende ad agganciare (attraverso lo “Scand+”) le propaggini occidentali dell’anticiclone termico “russo-siberiano” in propagazione verso la Russia europea, che trasportando le masse d’aria molto gelide, di natura continentale (freddo “pellicolare” siberiano), dalle pianure Sarmatiche fino al cuore dell’Europa, tramite il gelido soffio del “Burian”.

Ecco gli ingredienti che servono a far piombare il grande gelo sul vecchio continente

Come abbiamo già preannunciato sopra l’attuale pattern climatico presenta un grosso potenziale che potrebbe deporre a favore dell’arrivo del grande gelo su una larga fetta del continente europeo, ma non solo. Ma per riuscire a concretizzare questa grande potenziale occorre avere la grande collaborazione dell’anticiclone sub-tropicale delle Azzorre, la principale figura barica termoregolatrice del clima europeo, pronta a ergersi con i propri elementi lungo i meridiani, costituendo l’invocato “blocking” (blocco anticiclonico) capace di contenere l’avanzata delle “Westerlies” in uscita dal Canada e dagli Stati Uniti, con una ampia curvatura (in senso orario) del ramo principale del “getto polare” proveniente dall’America settentrionale. Ma per sviluppare dei “blocking” anticiclonici molto robusti in sede oceanica occorrono grandi “forcing” troposferici che nei prossimi giorni potrebbero essere alimentati dall’ingente quantità di calore latente sprigionato dalla “Madden Julian Oscillation”, altro indice protagonista nelle future dinamiche troposferiche.

Molto probabilmente, entro la fine del mese, la “MJO”, evolvendo verso est sopra gli arcipelaghi indonesiani, dove si vedrà un rapido incremento della convenzione con intensa attività temporalesca, potrebbe passare alla fase 6. Un posizionamento dei massimi di convenzione idoneo per alimentare, più a nord, grandi onde troposferiche anticicloniche (aree di forte “Subsidenza atmosferica”) ad onda lunga, fra il Pacifico orientale e la West Coast di Canada e USA, e l’Atlantico orientale, nel tratto antistante le coste dell’Europa occidentale, in grado di imprimere una marcata curvatura oraria del “getto polare”, aprendo ad una circolazione generale spiccatamente meridiana, con estesi scambi di calore convergenti sul mar Glaciale Artico. In tale contesto si potrà inquadrare pure la marcata erezione, verso le alte latitudini, dell’anticiclone delle Azzorre, la quale spingendosi verso le latitudini artiche imprimerà la solita azione a “tenaglia” nei confronti del vortice polare, il quale, già pressato dal marcato “Stratwarming” in azione nella bassa stratosfera polare, verrà costretto alla resa, dividendosi in due o tre lobi principali pronti a scivolare fra l’area canadese e quella siberiana. Se a ciò aggiungiamo un indice “NAM” negativo, che depone a favore di un vortice polare molto instabile, il quadro diviene ancora più chiaro. Ora non ci resta che aspettare la risposta dai tropici per il verdetto definitivo
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Messaggio Da koko Mar Gen 15, 2013 3:32 pm

sempre FONTE METEOWEB


L’azione invasiva del vortice canadese rischia di erodere il “blocking” azzorriano: prospettive gelide ridimensionate?

La circolazione generale atmosferica comincia a presentare una spiccata componente meridiana, con lo sviluppo di grandi onde emisferiche su larga scala, tra Pacifico settentrionale, America settentrionale, nord Atlantico ed Europa. Le dinamiche stratosferiche stanno favorendo l’enfatizzazione di una grande onda risonante anticiclonica sul Pacifico nord-orientale, che dalle latitudini sub-tropicali si estende fino all’Alaska e agli stati canadesi occidentali della British Columbia e dei territori di Yukon, presentando il proprio ramo discendente sulla West Coast degli Stati Uniti. La formazione di questa grande onda anticiclonica sul Pacifico nord-orientale, nell’alta troposfera, costringe l’anticiclone delle Aleutine, attivo sul Pacifico settentrionale, ad ergere un solido “blocking” (anticiclone di blocco disteso lungo i meridiani) a largo della West Coast degli USA. Questo giovane anticiclone di blocco nord pacifico funge da regia per l’affondo di una saccatura artica, colma di aria piuttosto gelida in discesa dall’Artico canadese, verso il Canada centrale e gli stati centro-occidentali degli USA, dove stanno affluendo gelide correnti dai quadranti settentrionali che scorrono di gran carriera lungo il bordo orientale di questa grande impalcatura anticiclonica, che presenta i propri massimi barici, di oltre i 1035 hpa, di fronte le coste dello stato di Washington e l’Oregon.

Questa irruzione gelida, nelle prossime ore, invaderà tutti gli USA centro-occidentali, portando gelo e nevicate al piano tra Montana, North e South Dakota, Idaho, Wyoming, Utah, Colorado, Nebraska, Kansas, fino all’Arizona, al New Mexico e al Texas occidentale. Questi stati vedranno probabilmente la prima intensa ondata di freddo di questo inizio 2013, frutto del “Major Stratwarming” in azione nella bassa stratosfera artica. Tra North Dakota e Montana le temperature scivoleranno anche sotto la soglia dei -25°C -27°C, con picchi prossimi anche al muro dei -30°C. Ad est di questo asse di saccatura che taglia, lungo i meridiani, il continente nord americano, le cose però cominciano a complicarsi.


L'onda anticiclonica azzorriana che erge il "blocking" verrà spazzata dal forte "getto" dipanato dal bordo meridionale del vortice canadese
Difatti, l’ondulazione anticiclonica dell’azzorriano, che tenterà di ergersi sull’Atlantico settentrionale orientale, nel corso della prossima settimana verrà erosa da un temporaneo rinforzo del “getto polare” in uscita dal Canada orientale verso l’Atlantico, causa un sensibile calo dei valori dei geopotenziali sul settore orientale del Canada. Questo perchè uno dei due lobi principali del vortice polare, disgregato dal robusto anticiclone artico generato dall’intenso “Stratwarming” stratosferico (sensibile riscaldamento stratosferico penetrato nell’alta troposfera con conseguente rialzo dei geopotenziale), si andrà a posizionare con i propri elementi principali sul Canada orientale, fra le isole dell’Artico canadese e la baia di Hudson, dove si posizioneranno dei minimi di geopotenziale in quota molto profondi, pronti a inasprire il “gradiente di geopotenziale”, intensificando notevolmente la portata del “getto polare” in uscita dal continente nord americano. Rinforzo del “getto polare” che rischia di schiacciare il blocco dell’anticiclone oceanico, indispensabile per partorire gli affondi di aria molto fredda di origine polare verso le basse latitudini e l’area mediterranea. Il posizionamento del lobo canadese, cosi vicino all’area atlantica, sede del “forcing” troposferico alla base della costruzione del promontorio anticiclonico di blocco sul nord Atlantico, ora rischia di mettere in discussione le prospettive di gelo proposte dai vari modelli, almeno per quel che concerne questa prima fase.

L’altro lobo principale del vortice polare troposferico, invece, scivolerà in direzione della Siberia centro-occidentale, con un profondo minimo depressionario in quota, il quale apporterà condizioni climatiche molto rigide, con gelo e nevicate diffuse tra i bassopiani della Siberia occidentale, l’altopiano della Siberia centrale e le steppe del Kazakistan. Soprattutto sulle lande dell’ex Repubblica sovietica le nevicate saranno accompagnate da una sostenuta ventilazione dai quadranti occidentali, rinvigorita dal fitto “gradiente barico” pronto ad originarsi tra il bordo settentrionale dell’anticiclone termico “russo-siberiano” (sempre più assottigliato verso la Mongolia) e il lato meridionale della profonda circolazione depressionaria a carattere freddo, annessa al lobo siberiano del vortice polare. Il profondo lobo siberiano, inoltre, favorirà anche un temporaneo rinforzo del ramo principale del “getto polare” che si intrufolerà nel suo bordo più meridionale. Ma lo stesso lobo siberiano, spanciandosi sopra la Siberia centrale, schiaccerà il “getto polare” che scorre sull’Asia centrale a latitudini più meridionali, accoppiando quest’ultimo al ramo principale della “corrente a getto sub-tropicale”, all’altezza dell’entroterra cinese e del Giappone, da dove si attiva un intenso “Jet Streak” (massimi di velocità del “getto” per il forte “gradiente di geopotenziale” in quota) pronto a versarsi sopra il Pacifico nord-occidentale. Da notare come la fusione fra il “getto polare” e la “corrente a getto sub-tropicale”, sopra i cieli della Cina e sul mar Cinese Orientale, favorirà anche la nascita di diversi sistemi frontali e nuove profonde ciclogenesi che interesseranno la penisola di Corea e il mar del Giappone, per poi allontanarsi molto velocemente sul Pacifico nord-occidentale, sotto la spinta impressa dal potente “Jet Streak” in quota.

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Messaggio Da koko Mar Gen 15, 2013 3:38 pm

fonte METEOGIORNALE

INCOGNITE SULL'EVOLUZIONE DI GENNAIO - Mai come in questo periodo ci si trova di fronte a forti difficoltà in campo previsionale sia sul medio e soprattutto lungo termine con continui ribaltoni, a causa di alcune dinamiche contrastanti sull'ipotesi più volte annunciata di un fine gennaio che potenzialmente poteva riservare scenari di grande gelo a livello emisferico. Da qualche settimana stiamo seguendo il tanto vituperato stratwarming (la cosiddetta miccia d'innesco che avrebbe dovuto sbriciolare il Vortice Polare in tutta la sua estensione alle varie quote, deviandone i nuclei rigidi verso le medie latitudini), che ormai ha raggiunto il culmine. Questo riscaldamento stratosferico, seppur così imponente, continua a mostrare una certa difficoltà a propagarsi verso la troposfera, con effetti ben più modesti delle aspettative al Vortice Polare troposferico, quel che più ci interessa in riferimento alla maggiore possibilità di incursioni d'aria gelida.

NAM NEGATIVO SOTTO I -3, MA NON BASTA - La North Anular Mode è un indice che ci fornisce un'idea dello stato d'intensità del Vortice Polare in base alle temperature misurate a tutte le quote dell'atmosfera . Studi molto accreditati riferiscono che quando l'indice è inferiore ad un valore di -3.0 (come si trova ora), il Vortice Polare Stratosferico risulta estremamente disturbato a causa d'iniezioni calde in stratosfera, si disunisce e il processo può espandersi fino ai livelli bassi della troposfera entro 30-60 giorni. Questo fenomeno getta le basi per frequenti discese fredde alle basse latitudini, in quanto sul Circolo Polare Artico la depressione viene soppiantata da figure anticicloniche. Per il momento questo riscaldamento stenta a spingersi verso la troposfera e lo vediamo chiaramente nel grafico in basso: sta avvenendo quello che si definisce "decoupling" (disaccoppiamento), con il disaccordo fra quel che avviene in stratosfera (riscaldamento) e ai piani troposferici (dove il Vortice Polare si mantiene relativamente più freddo e compatto).

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Messaggio Da luca90 Mar Gen 15, 2013 3:51 pm

Tu chiedi e koko ti riempie di risposte!! Ahahaha grande ..

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Messaggio Da koko Mar Gen 15, 2013 3:56 pm

analisi di Cloover del CMT
Direi che l'evoluzione troposferica è ben allineata con l'evoluzione stratosferica.
Il terremoto modellistico c'è già stato e lo stiamo vivendo in questi giorni,con formazione di un blocco zonale sulla scandinavia in relazione al MMW, con aria fredda artico-continentale ed interazioni atlantiche che continueranno a produrre nei prossimi giorni nevicate a bassa quota e anche in pianura al centro-Nord come da OUTLOOK inverno 2012-'13.
La mancanza di un sostegno dinamico della wave2 determina infatti condizioni favorevoli a perturbabilità e freddo al centro-nord a causa di una mancata chiusura dell'Omega.

Il disturbo prodotto dal MMW è devastante, e lo si vede bene nel campo dei GPT:



Il feedback è appena iniziato e, dopo questo lungo periodo contraddistinto da interazioni tra diverse masse d'aria e neve a bassa quota/pianura al centro-nord, è probabile un'ondata di gelo come già avevo avuto modo di ipotizzare sull'Outlook.

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Messaggio Da luca90 Mar Gen 15, 2013 4:00 pm

koko ha scritto:analisi di Cloover del CMT
Direi che l'evoluzione troposferica è ben allineata con l'evoluzione stratosferica.
Il terremoto modellistico c'è già stato e lo stiamo vivendo in questi giorni,con formazione di un blocco zonale sulla scandinavia in relazione al MMW, con aria fredda artico-continentale ed interazioni atlantiche che continueranno a produrre nei prossimi giorni nevicate a bassa quota e anche in pianura al centro-Nord come da OUTLOOK inverno 2012-'13.
La mancanza di un sostegno dinamico della wave2 determina infatti condizioni favorevoli a perturbabilità e freddo al centro-nord a causa di una mancata chiusura dell'Omega.

Il disturbo prodotto dal MMW è devastante, e lo si vede bene nel campo dei GPT:


Previsione molto favorevole quindi a noi del nord


Il feedback è appena iniziato e, dopo questo lungo periodo contraddistinto da interazioni tra diverse masse d'aria e neve a bassa quota/pianura al centro-nord, è probabile un'ondata di gelo come già avevo avuto modo di ipotizzare sull'Outlook.

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Messaggio Da Ospite Mar Gen 15, 2013 4:28 pm

complimenti a tutti!!!!!

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Messaggio Da ale90 Mar Gen 15, 2013 5:57 pm

koko ha scritto:analisi di Cloover del CMT
Direi che l'evoluzione troposferica è ben allineata con l'evoluzione stratosferica.
Il terremoto modellistico c'è già stato e lo stiamo vivendo in questi giorni,con formazione di un blocco zonale sulla scandinavia in relazione al MMW, con aria fredda artico-continentale ed interazioni atlantiche che continueranno a produrre nei prossimi giorni nevicate a bassa quota e anche in pianura al centro-Nord come da OUTLOOK inverno 2012-'13.
La mancanza di un sostegno dinamico della wave2 determina infatti condizioni favorevoli a perturbabilità e freddo al centro-nord a causa di una mancata chiusura dell'Omega.

Il disturbo prodotto dal MMW è devastante, e lo si vede bene nel campo dei GPT:




Il feedback è appena iniziato e, dopo questo lungo periodo contraddistinto da interazioni tra diverse masse d'aria e neve a bassa quota/pianura al centro-nord, è probabile un'ondata di gelo come già avevo avuto modo di ipotizzare sull'Outlook.



questo è quello che si vede benissimo dai modelli


vp allo sbando a causa del MMW, ma mancano le azioni delle wave troposferiche, c' è solo una lievissima spinta dell'aleutinico , mentre l' azzorre è lì defunto in atlantico...

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Messaggio Da luca90 Mar Gen 15, 2013 5:59 pm

L'azzorre comunque e proprio balordo .. Quando magari dovrebbe dare una mano non c'è mai
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Messaggio Da koko Mar Gen 15, 2013 6:09 pm

io sono dell' idea che questo inverno sarà, comunque vada, un inverno cardine per conoscere , o avere conferme,delle relazioni fra strato e tropo sfera.Se va come tutti i longers prevedono si avranno fondamentali conferme altrimenti si scopriranno interazioni nuove.
ciao
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Messaggio Da ale90 Mar Gen 15, 2013 6:23 pm

koko ha scritto:io sono dell' idea che questo inverno sarà, comunque vada, un inverno cardine per conoscere , o avere conferme,delle relazioni fra strato e tropo sfera.Se va come tutti i longers prevedono si avranno fondamentali conferme altrimenti si scopriranno interazioni nuove.
ciao

eh sì anche perchè lo split del VPS è avvenuto anche grazie all' intervento di una wave 2 molto attiva, mentre in tropo non c' è traccia di una wave 2 attiva confused confused
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Messaggio Da ale90 Mar Gen 15, 2013 8:59 pm

koko ha scritto:fonte METEOGIORNALE

INCOGNITE SULL'EVOLUZIONE DI GENNAIO - Mai come in questo periodo ci si trova di fronte a forti difficoltà in campo previsionale sia sul medio e soprattutto lungo termine con continui ribaltoni, a causa di alcune dinamiche contrastanti sull'ipotesi più volte annunciata di un fine gennaio che potenzialmente poteva riservare scenari di grande gelo a livello emisferico. Da qualche settimana stiamo seguendo il tanto vituperato stratwarming (la cosiddetta miccia d'innesco che avrebbe dovuto sbriciolare il Vortice Polare in tutta la sua estensione alle varie quote, deviandone i nuclei rigidi verso le medie latitudini), che ormai ha raggiunto il culmine. Questo riscaldamento stratosferico, seppur così imponente, continua a mostrare una certa difficoltà a propagarsi verso la troposfera, con effetti ben più modesti delle aspettative al Vortice Polare troposferico, quel che più ci interessa in riferimento alla maggiore possibilità di incursioni d'aria gelida.

NAM NEGATIVO SOTTO I -3, MA NON BASTA - La North Anular Mode è un indice che ci fornisce un'idea dello stato d'intensità del Vortice Polare in base alle temperature misurate a tutte le quote dell'atmosfera . Studi molto accreditati riferiscono che quando l'indice è inferiore ad un valore di -3.0 (come si trova ora), il Vortice Polare Stratosferico risulta estremamente disturbato a causa d'iniezioni calde in stratosfera, si disunisce e il processo può espandersi fino ai livelli bassi della troposfera entro 30-60 giorni. Questo fenomeno getta le basi per frequenti discese fredde alle basse latitudini, in quanto sul Circolo Polare Artico la depressione viene soppiantata da figure anticicloniche. Per il momento questo riscaldamento stenta a spingersi verso la troposfera e lo vediamo chiaramente nel grafico in basso: sta avvenendo quello che si definisce "decoupling" (disaccoppiamento), con il disaccordo fra quel che avviene in stratosfera (riscaldamento) e ai piani troposferici (dove il Vortice Polare si mantiene relativamente più freddo e compatto).


ma è corretto parlare di decoupling?

secondo me l' interazione strato-tropo (coupling) c' è stato e ci sarà...AO probabilmente molto negativo

koko fabri ale una domanda x voi!? Ao.sprd2

poi il vp non sembra così compatto, anzi....C' è una 1045hp nei pressi del polo

koko fabri ale una domanda x voi!? Gfsnh-0-150



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Messaggio Da ale90 Mer Gen 16, 2013 7:05 pm

focus sulla mjo e analisi sull' ultimo run di ecmwf...

mjo vista entrare in fase 7 dai modelli, con buona magnitudo...

koko fabri ale una domanda x voi!? Ensplume_full


in questa mappa di meteonetwork sono rappresentate le anomalie dei gpt registrate con la mjo in fase7...

koko fabri ale una domanda x voi!? Nada_7_gen_ok

queste sono le anomalie dei gpt previste da ecmwf nel run di stasera a 7 giorni

koko fabri ale una domanda x voi!? ECH101-168

non sono uguali, ma comunque molto simili...
direi che la teoria sarà rispettata...

koko fabri ale una domanda x voi!? ECH1-168

direi che questo run rappresenti un buon punto di partenza per una possibile svolta invernale per il 26-27...

che ne dite?

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Messaggio Da luca90 Mer Gen 16, 2013 7:15 pm

Avevo sentito che i modelli avrebbero inquadrato la possibile svolta dal 20 e così sembra che sia .. Speriamo sia la volta buona altrimenti non saprei che aspettarmi
Gfs continua a non tener conto della mjo7
Complimenti comunque aLe .. Wink
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