Outlook inverno 2012 – 2013 a cura di Koko
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Outlook inverno 2012 – 2013 a cura di Koko
Su richiesta di Koko provvedo io per facilità a condividere la sua proiezione invernale!!
La situazione stratosferica nei piani medio-alti (tra 30 e 1hPa) è caratterizzata da una anomalia negativa di geopotenziale espressa attraverso l’indice NAM (Northern Annular Mode) con il recente avvicinamento alla soglia di +1,5. In letteratura tale circostanza suggerisce la possibile propagazione verso la troposfera della consistente vorticità stratosferica accelerando e chiudendo in sede artica il Vortice Polare Troposferico (VPT) instaurando quindi un periodo di Oscillazione Artica (AO) positivo. Le conseguenze alle medie latitudini sono note e possono riassumersi in una generale tendenza a configurazione ad elevato indice zonale.
La situazione però non è così semplice da poter essere licenziata in breve. Spieghiamo perché.
Come ampiamente descritto in sede di introduzione ai nostri outlook nel post del 22 ottobre scorso vi sono dei forcing in atto e in piena “maturità”. Riprendiamone alcuni.
L’attività solare è nei pressi del massimo previsto per questo ciclo 24 o lo ha appena superato (al riguardo vi sono diverse scuole di pensiero circa la difficile interpretazione dell’attività solare dovuta alla mancanza di esperienza diretta di vicende analoghe occorse nel passato). In sostanza l’attività complessiva risulta modesta e più comparabile con i recenti minimi. Un indicatore dell’intensità dell’attività solare è l’indice geomagnetico aaindex visibile nella figura 1. Da notare come l’indice rimanga ben al disotto della media degli ultimi 7 cicli solari, espressa dalla linea rossa, a testimoniare la debolezza del ciclo 24.
Dall’immagine in figura 2 si evidenzia come il numero delle macchie solari mensili (SSN) dal gennaio scorso si sia mantenuto attorno alle 60 macchie per poi scendere nel mese di ottobre a circa 53 macchie, numero decisamente basso per un massimo solare. La QBO (Quasi Biennial Oscillation) sia alla quota isobarica di 30 che di 50 hPa perdura nella sua fase negativa con valori di tutto rispetto e visibili nelle immagini 3 e 4.
L’attività solare in atto corrispondente alle massime prestazioni di questo ciclo 24 è in realtà perfettamente comparabile ad un minimo solare. Questa situazione, assieme al segno negativo dell’indice QBO, determina una potenziale combinazione in grado di apportare disturbi al Vortice Polare Stratosferico (VPS) incrementando anche la circolazione dell’ozono regolata dalla Brewer Dobson Circulation. A questa condizione è necessario sovrapporre la tipologia della circolazione pacifica equatoriale espressa dall’indice ENSO che modifica non poco il trasporto di calore e vapore acqueo verso le alte quote modulando l’onda convettiva equatoriale che determina la propagazione delle Gravity Waves verso la stratosfera.
Attualmente è presente un debole El Niño ma non in posizione classica (area 3.4), bensì spostato in posizione 4. Il grafico in figura 5 ci aiuta a comprendere quanto appena detto.
Si può notare come la progressione della fase Niño sia partita nello scorso marzo interessando la zona 3 e invertendo il segno della precedente lunga fase di La Niña. L’alterazione delle temperature di superficie (SST) è andata crescendo. La zona interessata dall’aumento della temperatura superficiale del pacifico è stata quella classica appartenente alla 3.4 (5°Nord-5°Sud 170°Ovest-120°Ovest) con protagonista sempre la zona 3 (5°Nord-5°Sud 150°Ovest-90°Ovest). A partire dal mese di settembre le posizioni sono andate invertendosi con una prevalenza di anomalia in zona 4 (5°Nord-5°Sud 160°Est-150°Ovest) rispetto alla zona 3. Tale variazione è andata consolidandosi nel mese di ottobre quando è anche intervenuta una netta flessione dell’anomalia termica in zona 3. Questo pattern è determinato da una variazione della circolazione equatoriale del Pacifico. Infatti con presenza di un Niño 3.4 viene a sopprimersi la classica cella di Walker con una intensificazione su buona parte del Pacifico equatoriale della convezione e con un netto indebolimento degli alisei. Nel nostro caso non si presenta la soppressione della cella di Walker ma una sua modifica in multicelle. La spia di quanto esposto è visibile in figura 6 che mostra l’anomalia del vento zonale alla quota isobarica di 850hPa tra le zone 1+2 e 4.
In presenza di una configurazione a fase Niño 3.4 che si è manifestata, seppur in intensità modesta, nei mesi di luglio e agosto scorsi, gli alisei in zona 1+2 erano piuttosto deboli con una tendenza generale ad intensificarsi. Nella zona 4 vi era invece una circolazione antizonale sostenuta. Da settembre la situazione è andata mutando con un consistente rallentamento degli alisei in zona 4 accompagnati da una ripresa in zona 1+2 avvicinandosi al valore medio per quella zona. La conseguenza è mostrata nell’immagine in figura 7 che rappresenta l’OLR (Outgoing Longwave Radiation) in sede pacifica equatoriale dello scorso mese di ottobre e identifica nella zona 4 l’area con anomalia negativa dell’OLR, corrispondente a una maggiore copertura nuvolosa indotta dalla posizione della convezione. Inoltre la ripresa degli alisei in zona 1+2 ha favorito il rafforzamento dell’onda wave2.
Tutto quanto detto conferma l’innesco di un pattern circolatorio corrispondente ad un Niño in fase 4. Altro parametro fondamentale è dato dall’indice PDO (Pacific Decadal Oscillation) che è ormai stabilmente in fase negativa dal 2007. L’indice PDO è fondamentale perché rappresenta la conseguenza di una mutata circolazione troposferica alle medio-alte latitudini. Quindi al fine di comprendere l’eventuale influenza sulle dinamiche troposferiche europee cerchiamo una correlazione nel passato tra segno PDO negativo, Niño 4 e anomalia del geopotenziale alla quota isobarica di 500 hPa. Le immagini in figura 8 e 9 mostrano la correlazione statistica tra il geopotenziale alla quota isobarica di 500hPa in novembre nel periodo con PDO negativo e Niño in fase 4 in settembre e in ottobre.
L’immagine in figura 10 rappresenta ciò che realmente è accaduto dal 1 al 23 novembre scorsi e conferma che in presenza di una fase PDO negativa con Nino in fase 4 nei due mesi che precedono novembre si determina mediamente, nel successivo mese di novembre, una anomalia positiva del geopotenziale sull’est Europa il nord Africa centrale verso il vicino Atlantico. Un’altra anomalia positiva si registra verso la Groenlandia. Altresì un’anomalia negativa si posiziona sulle coste europee atlantiche coinvolgendo in parte la penisola Scandinava. Tale situazione è favorevole al porsi in essere di eventuali fenomeni alluvionali in Italia stante proprio la posizione delle figure bariche prevalenti.
Continuando la ricerca statistica e proiettandola nel futuro utilizziamo gli stessi dati di input per verificare la possibile evoluzione delle anomalie nel successivo mese di dicembre. Le immagini in figura 11 e 12 ci indicano che nel mese di dicembre dovrebbe confermarsi l’anomalia negativa ad ovest dell’Inghilterra ma si modificherebbe il pattern precedente, con una anomalia negativa sul Mediterraneo centrale e una anomalia positiva alla alte latitudini con un probabile pattern SCAND+.
La disposizione delle anomalie ci suggerisce che l’ingresso dell’aria fredda uscente dall’anomalia positiva scandinava interesserà più direttamente l’Inghilterra e entrerà nel Mediterraneo privilegiando la porta occidentale o nord-occidentale. In siffatta configurazione le regioni settentrionali e anche le centrali dovrebbero risentire maggiormente dell’aria fredda nord europea con temperature mediamente inferiori alle medie del periodo, mentre le regioni meridionali dovrebbero risentire maggiormente del richiamo meridionale con valori termici prossimi alla media. Le precipitazioni dovrebbero risultare leggermente superiori alla medie nelle regioni centro-meridionali e nella media sulle settentrionali.
Fin qui la ricerca su base statistica in funzione dei forcing troposferici in atto che comunque ha fornito in fase di studio ottimi riscontri. Per quanto concerne le valutazioni sulla situazione stratosferica è stato scritto ad inizio del presente articolo che alle quote isobariche medio-alte si è registrata una intensificazione della circolazione zonale nella prima parte del corrente mese dovuta al repentino raffreddamento alla relative quote del VPS. In realtà, ed ecco perché si è reso indispensabile anche uno studio su base statistica, abbiamo precedentemente focalizzato la struttura del pattern troposferico che induce forzanti in stratosfera. E’ per questo motivo che ci attendiamo una dinamica di tipo TST (troposferico-stratosferico-troposferico) con un probabile evento ESE (evento stratosferico estremo) di stratwarming nella seconda parte del mese di dicembre che determinerebbe effetti soprattutto nel mese di gennaio.
La condizione indispensabile è da far risalire proprio alla forza che ha assunto il VPS permettendo una buona ripresa degli Heat Flux come ben visibile in figura 13.
Il raffreddamento occorso quindi, più che indice di una probabile imminente accelerazione del VPS è da considerarsi quale fase di precodizionamento per una successiva fase caratterizzata da un VPS debole. Nei prossimi giorni il VPS sotto la quota isobarica di 10hPa subirà una parziale bilobazione indotta interamente dai forcing troposferici derivati dalla struttura portante delle onde wave1 e wave2. Tale situazione produrrà, grazie agli Heat Flux, una ripresa della temperatura di circa 20 gradi in una settimana sui livelli compresi tra 30 e 50hPa, riportando la stessa su livelli medi attesi per il periodo. Nella prima parte della prima decade di dicembre, a seguito di tali eventi, è atteso un parziale ricompattamento del VPS ma con il continuo disturbo operato dalle forzanti troposferiche indotte principalmente dalle wave1 e 2 e visibile dalla figura 14.
Tale situazione dovrebbe a nostro avviso innescare nella seconda parte del mese di dicembre uno stratwarming anche intenso corroborato da una QBO che si manterrà ancora in fase negativa soprattutto attorno ai 50hPa, resa efficiente dalla bassa attività solare in grado di attivare una crescente azione di trasporto di ozono alle alte latitudini come visibile in figura 15.
Per queste ragioni è atteso il perdurare della debolezza del VPT evidenziato da un indice AO mediamente negativo. Il presente pattern rappresenta il caso nel quale la circolazione regionale facente capo alla NAO nel suo perdurare nel tempo finisce per condizionare l’intera struttura del VPT contribuendo, alla distanza, ad una destabilizzazione del soprastante VPS.
La situazione stratosferica nei piani medio-alti (tra 30 e 1hPa) è caratterizzata da una anomalia negativa di geopotenziale espressa attraverso l’indice NAM (Northern Annular Mode) con il recente avvicinamento alla soglia di +1,5. In letteratura tale circostanza suggerisce la possibile propagazione verso la troposfera della consistente vorticità stratosferica accelerando e chiudendo in sede artica il Vortice Polare Troposferico (VPT) instaurando quindi un periodo di Oscillazione Artica (AO) positivo. Le conseguenze alle medie latitudini sono note e possono riassumersi in una generale tendenza a configurazione ad elevato indice zonale.
La situazione però non è così semplice da poter essere licenziata in breve. Spieghiamo perché.
Come ampiamente descritto in sede di introduzione ai nostri outlook nel post del 22 ottobre scorso vi sono dei forcing in atto e in piena “maturità”. Riprendiamone alcuni.
L’attività solare è nei pressi del massimo previsto per questo ciclo 24 o lo ha appena superato (al riguardo vi sono diverse scuole di pensiero circa la difficile interpretazione dell’attività solare dovuta alla mancanza di esperienza diretta di vicende analoghe occorse nel passato). In sostanza l’attività complessiva risulta modesta e più comparabile con i recenti minimi. Un indicatore dell’intensità dell’attività solare è l’indice geomagnetico aaindex visibile nella figura 1. Da notare come l’indice rimanga ben al disotto della media degli ultimi 7 cicli solari, espressa dalla linea rossa, a testimoniare la debolezza del ciclo 24.
Dall’immagine in figura 2 si evidenzia come il numero delle macchie solari mensili (SSN) dal gennaio scorso si sia mantenuto attorno alle 60 macchie per poi scendere nel mese di ottobre a circa 53 macchie, numero decisamente basso per un massimo solare. La QBO (Quasi Biennial Oscillation) sia alla quota isobarica di 30 che di 50 hPa perdura nella sua fase negativa con valori di tutto rispetto e visibili nelle immagini 3 e 4.
L’attività solare in atto corrispondente alle massime prestazioni di questo ciclo 24 è in realtà perfettamente comparabile ad un minimo solare. Questa situazione, assieme al segno negativo dell’indice QBO, determina una potenziale combinazione in grado di apportare disturbi al Vortice Polare Stratosferico (VPS) incrementando anche la circolazione dell’ozono regolata dalla Brewer Dobson Circulation. A questa condizione è necessario sovrapporre la tipologia della circolazione pacifica equatoriale espressa dall’indice ENSO che modifica non poco il trasporto di calore e vapore acqueo verso le alte quote modulando l’onda convettiva equatoriale che determina la propagazione delle Gravity Waves verso la stratosfera.
Attualmente è presente un debole El Niño ma non in posizione classica (area 3.4), bensì spostato in posizione 4. Il grafico in figura 5 ci aiuta a comprendere quanto appena detto.
Si può notare come la progressione della fase Niño sia partita nello scorso marzo interessando la zona 3 e invertendo il segno della precedente lunga fase di La Niña. L’alterazione delle temperature di superficie (SST) è andata crescendo. La zona interessata dall’aumento della temperatura superficiale del pacifico è stata quella classica appartenente alla 3.4 (5°Nord-5°Sud 170°Ovest-120°Ovest) con protagonista sempre la zona 3 (5°Nord-5°Sud 150°Ovest-90°Ovest). A partire dal mese di settembre le posizioni sono andate invertendosi con una prevalenza di anomalia in zona 4 (5°Nord-5°Sud 160°Est-150°Ovest) rispetto alla zona 3. Tale variazione è andata consolidandosi nel mese di ottobre quando è anche intervenuta una netta flessione dell’anomalia termica in zona 3. Questo pattern è determinato da una variazione della circolazione equatoriale del Pacifico. Infatti con presenza di un Niño 3.4 viene a sopprimersi la classica cella di Walker con una intensificazione su buona parte del Pacifico equatoriale della convezione e con un netto indebolimento degli alisei. Nel nostro caso non si presenta la soppressione della cella di Walker ma una sua modifica in multicelle. La spia di quanto esposto è visibile in figura 6 che mostra l’anomalia del vento zonale alla quota isobarica di 850hPa tra le zone 1+2 e 4.
In presenza di una configurazione a fase Niño 3.4 che si è manifestata, seppur in intensità modesta, nei mesi di luglio e agosto scorsi, gli alisei in zona 1+2 erano piuttosto deboli con una tendenza generale ad intensificarsi. Nella zona 4 vi era invece una circolazione antizonale sostenuta. Da settembre la situazione è andata mutando con un consistente rallentamento degli alisei in zona 4 accompagnati da una ripresa in zona 1+2 avvicinandosi al valore medio per quella zona. La conseguenza è mostrata nell’immagine in figura 7 che rappresenta l’OLR (Outgoing Longwave Radiation) in sede pacifica equatoriale dello scorso mese di ottobre e identifica nella zona 4 l’area con anomalia negativa dell’OLR, corrispondente a una maggiore copertura nuvolosa indotta dalla posizione della convezione. Inoltre la ripresa degli alisei in zona 1+2 ha favorito il rafforzamento dell’onda wave2.
Tutto quanto detto conferma l’innesco di un pattern circolatorio corrispondente ad un Niño in fase 4. Altro parametro fondamentale è dato dall’indice PDO (Pacific Decadal Oscillation) che è ormai stabilmente in fase negativa dal 2007. L’indice PDO è fondamentale perché rappresenta la conseguenza di una mutata circolazione troposferica alle medio-alte latitudini. Quindi al fine di comprendere l’eventuale influenza sulle dinamiche troposferiche europee cerchiamo una correlazione nel passato tra segno PDO negativo, Niño 4 e anomalia del geopotenziale alla quota isobarica di 500 hPa. Le immagini in figura 8 e 9 mostrano la correlazione statistica tra il geopotenziale alla quota isobarica di 500hPa in novembre nel periodo con PDO negativo e Niño in fase 4 in settembre e in ottobre.
L’immagine in figura 10 rappresenta ciò che realmente è accaduto dal 1 al 23 novembre scorsi e conferma che in presenza di una fase PDO negativa con Nino in fase 4 nei due mesi che precedono novembre si determina mediamente, nel successivo mese di novembre, una anomalia positiva del geopotenziale sull’est Europa il nord Africa centrale verso il vicino Atlantico. Un’altra anomalia positiva si registra verso la Groenlandia. Altresì un’anomalia negativa si posiziona sulle coste europee atlantiche coinvolgendo in parte la penisola Scandinava. Tale situazione è favorevole al porsi in essere di eventuali fenomeni alluvionali in Italia stante proprio la posizione delle figure bariche prevalenti.
Continuando la ricerca statistica e proiettandola nel futuro utilizziamo gli stessi dati di input per verificare la possibile evoluzione delle anomalie nel successivo mese di dicembre. Le immagini in figura 11 e 12 ci indicano che nel mese di dicembre dovrebbe confermarsi l’anomalia negativa ad ovest dell’Inghilterra ma si modificherebbe il pattern precedente, con una anomalia negativa sul Mediterraneo centrale e una anomalia positiva alla alte latitudini con un probabile pattern SCAND+.
La disposizione delle anomalie ci suggerisce che l’ingresso dell’aria fredda uscente dall’anomalia positiva scandinava interesserà più direttamente l’Inghilterra e entrerà nel Mediterraneo privilegiando la porta occidentale o nord-occidentale. In siffatta configurazione le regioni settentrionali e anche le centrali dovrebbero risentire maggiormente dell’aria fredda nord europea con temperature mediamente inferiori alle medie del periodo, mentre le regioni meridionali dovrebbero risentire maggiormente del richiamo meridionale con valori termici prossimi alla media. Le precipitazioni dovrebbero risultare leggermente superiori alla medie nelle regioni centro-meridionali e nella media sulle settentrionali.
Fin qui la ricerca su base statistica in funzione dei forcing troposferici in atto che comunque ha fornito in fase di studio ottimi riscontri. Per quanto concerne le valutazioni sulla situazione stratosferica è stato scritto ad inizio del presente articolo che alle quote isobariche medio-alte si è registrata una intensificazione della circolazione zonale nella prima parte del corrente mese dovuta al repentino raffreddamento alla relative quote del VPS. In realtà, ed ecco perché si è reso indispensabile anche uno studio su base statistica, abbiamo precedentemente focalizzato la struttura del pattern troposferico che induce forzanti in stratosfera. E’ per questo motivo che ci attendiamo una dinamica di tipo TST (troposferico-stratosferico-troposferico) con un probabile evento ESE (evento stratosferico estremo) di stratwarming nella seconda parte del mese di dicembre che determinerebbe effetti soprattutto nel mese di gennaio.
La condizione indispensabile è da far risalire proprio alla forza che ha assunto il VPS permettendo una buona ripresa degli Heat Flux come ben visibile in figura 13.
Il raffreddamento occorso quindi, più che indice di una probabile imminente accelerazione del VPS è da considerarsi quale fase di precodizionamento per una successiva fase caratterizzata da un VPS debole. Nei prossimi giorni il VPS sotto la quota isobarica di 10hPa subirà una parziale bilobazione indotta interamente dai forcing troposferici derivati dalla struttura portante delle onde wave1 e wave2. Tale situazione produrrà, grazie agli Heat Flux, una ripresa della temperatura di circa 20 gradi in una settimana sui livelli compresi tra 30 e 50hPa, riportando la stessa su livelli medi attesi per il periodo. Nella prima parte della prima decade di dicembre, a seguito di tali eventi, è atteso un parziale ricompattamento del VPS ma con il continuo disturbo operato dalle forzanti troposferiche indotte principalmente dalle wave1 e 2 e visibile dalla figura 14.
Tale situazione dovrebbe a nostro avviso innescare nella seconda parte del mese di dicembre uno stratwarming anche intenso corroborato da una QBO che si manterrà ancora in fase negativa soprattutto attorno ai 50hPa, resa efficiente dalla bassa attività solare in grado di attivare una crescente azione di trasporto di ozono alle alte latitudini come visibile in figura 15.
Per queste ragioni è atteso il perdurare della debolezza del VPT evidenziato da un indice AO mediamente negativo. Il presente pattern rappresenta il caso nel quale la circolazione regionale facente capo alla NAO nel suo perdurare nel tempo finisce per condizionare l’intera struttura del VPT contribuendo, alla distanza, ad una destabilizzazione del soprastante VPS.
Re: Outlook inverno 2012 – 2013 a cura di Koko
Che analisi superba complimenti koko, dettagliata e spiegata veramente bene ...
In parole povere potremmo davvero rivivere una stagione simil 2008/2009 quando le entrate fredde privilegavano le entrate da ovest con conseguenze nevose al nord e miti al sud ..? ..
In parole povere potremmo davvero rivivere una stagione simil 2008/2009 quando le entrate fredde privilegavano le entrate da ovest con conseguenze nevose al nord e miti al sud ..? ..
luca90- Clone Colonnello Bernacca
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Re: Outlook inverno 2012 – 2013 a cura di Koko
l' amico Nemeth per rispetto verso la mia veneranda età
mi attribuisce meriti non miei.. gli ho chiesto di postare questo
outlook per l'inverno ma la fonte è: climatemonitor
figuriamoci se io potevo tirar fuori sto monstre..
ci tenevo a precisarlo..
ciao
mi attribuisce meriti non miei.. gli ho chiesto di postare questo
outlook per l'inverno ma la fonte è: climatemonitor
figuriamoci se io potevo tirar fuori sto monstre..
ci tenevo a precisarlo..
ciao
koko- Meteofilo
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Re: Outlook inverno 2012 – 2013 a cura di Koko
Be' dalle analisi che cmq ci fai poco ci manca
Grazie "pivello" stai dando un grosso contributo a far crescere questo forum
Grazie "pivello" stai dando un grosso contributo a far crescere questo forum
luca90- Clone Colonnello Bernacca
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Re: Outlook inverno 2012 – 2013 a cura di Koko
l'ho letta solo oggi complimentoni
riccardo 94- Clone Colonnello Bernacca
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