Cambiamenti climatici
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ale90
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luca90
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Re: Cambiamenti climatici
luca90 ha scritto:riporto anche questo articolo di mtg dove mi sono imbattuto qualche giorno fa...
http://www.meteogiornale.it/notizia/34628-1-satelliti-2014-no-anno-piu-caldo
se confrontati ad esempio con i dati NOAA di settembre c'è davvero una bella differenza ma credo sia dovuto al fatto che interpretano 2 dipi di periodi differenti.
in effetti le anomalie sono riferiti a periodi diversi, i dati satellitari usano come periodo di riferimento il trentennio 1981-2010, invece la NOAA usa come periodo di riferimento tutto il ventesimo secolo...
comunque indipendentemente dal periodo di riferimento ci sono diverse differenze tra i dati satellitari e quelli rilevati in superficie; infatti i satelliti rilevano la temperatura di uno strato di atmosfera molto spesso in pratica da 0 a 8000m circa
le temperature rilevate in questo modo sono maggiormente influenzate dalle temperature delle acque oceani equatoriali, in particolare dal ciclo enso...
comunque in linea di massima nel lungo termine il trend è molto simile
Re: Cambiamenti climatici
ah quindi per il calcolo delle medie il satellite prende in considerazione tutto quello stato di atmosfera? non lo sapevo!
nell'ultimo grafico la media inevitabilmente si alza ma rimane abbastanza al di sotto di quella riscontrata dal NOAA, il 1998 qui rimane imbattuto ad esempio.
nell'ultimo grafico la media inevitabilmente si alza ma rimane abbastanza al di sotto di quella riscontrata dal NOAA, il 1998 qui rimane imbattuto ad esempio.
luca90- Clone Colonnello Bernacca
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Re: Cambiamenti climatici
luca90 ha scritto:ah quindi per il calcolo delle medie il satellite prende in considerazione tutto quello stato di atmosfera? non lo sapevo!
nell'ultimo grafico la media inevitabilmente si alza ma rimane abbastanza al di sotto di quella riscontrata dal NOAA, il 1998 qui rimane imbattuto ad esempio.
sì; infatti per i dati satellitari, in genere, si parla di temperature della bassa troposfera
usando i dati satellitari il 1998 rimarrà imbattuto fino a quando non ci sarà un altro nino . Invece per i dati terrestri del NOAA e della NASA il 1998 è già stato superato sia dal 2010 che dal 2005...
Re: Cambiamenti climatici
e forse anche dal 2014 sempre per i dati terrestri....
diciamolo, questo 2014 è stato a livello di circolazione atmosferica decisamente anomalo.
diciamolo, questo 2014 è stato a livello di circolazione atmosferica decisamente anomalo.
luca90- Clone Colonnello Bernacca
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Re: Cambiamenti climatici
ale90 ha scritto:luca90 ha scritto:riporto anche questo articolo di mtg dove mi sono imbattuto qualche giorno fa...
http://www.meteogiornale.it/notizia/34628-1-satelliti-2014-no-anno-piu-caldo
se confrontati ad esempio con i dati NOAA di settembre c'è davvero una bella differenza ma credo sia dovuto al fatto che interpretano 2 dipi di periodi differenti.
in effetti le anomalie sono riferiti a periodi diversi, i dati satellitari usano come periodo di riferimento il trentennio 1981-2010, invece la NOAA usa come periodo di riferimento tutto il ventesimo secolo...
comunque indipendentemente dal periodo di riferimento ci sono diverse differenze tra i dati satellitari e quelli rilevati in superficie; infatti i satelliti rilevano la temperatura di uno strato di atmosfera molto spesso in pratica da 0 a 8000m circa
le temperature rilevate in questo modo sono maggiormente influenzate dalle temperature delle acque oceani equatoriali, in particolare dal ciclo enso...
comunque in linea di massima nel lungo termine il trend è molto simile
se qualcuno volesse approfondire gli effetti del nino sulle T satellitare, questo è un ottimo articolo
http://www.climate-lab-book.ac.uk/2014/temperature-lower-troposphere/
Re: Cambiamenti climatici
Questo e un articolo molto interessante che ora posto e poi me lo voglio leggere.
http://www.meteogiornale.it/notizia/35586-1-nebbie-dimezzate-in-pianura-padana-colpa-uomo-o-natura
Che ne dite voi?
http://www.meteogiornale.it/notizia/35586-1-nebbie-dimezzate-in-pianura-padana-colpa-uomo-o-natura
Che ne dite voi?
luca90- Clone Colonnello Bernacca
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Re: Cambiamenti climatici
luca90 ha scritto:Questo e un articolo molto interessante che ora posto e poi me lo voglio leggere.
http://www.meteogiornale.it/notizia/35586-1-nebbie-dimezzate-in-pianura-padana-colpa-uomo-o-natura
Che ne dite voi?
un ottimo articolo
Re: Cambiamenti climatici
lo hai letto ale?
cavolo mo prima di cena me lo voglio leggere, anche perche mi ero fatto proprio questa domanda 2 anni fa e ora sono curioso di capire scientificamente a cosa è dovuto principalmente.
anche se secondo me è dovuto al fatto che la circolazione atmosferica durante i mesi invernali è cambiata rispetto ad esempio gli anni90.
cavolo mo prima di cena me lo voglio leggere, anche perche mi ero fatto proprio questa domanda 2 anni fa e ora sono curioso di capire scientificamente a cosa è dovuto principalmente.
anche se secondo me è dovuto al fatto che la circolazione atmosferica durante i mesi invernali è cambiata rispetto ad esempio gli anni90.
luca90- Clone Colonnello Bernacca
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Re: Cambiamenti climatici
luca90 ha scritto:lo hai letto ale?
cavolo mo prima di cena me lo voglio leggere, anche perche mi ero fatto proprio questa domanda 2 anni fa e ora sono curioso di capire scientificamente a cosa è dovuto principalmente.
anche se secondo me è dovuto al fatto che la circolazione atmosferica durante i mesi invernali è cambiata rispetto ad esempio gli anni90.
sì, l' ho appena letto
è un articolo ben argomentato, è basato su una ricerca del cnr
Re: Cambiamenti climatici
cavolo è davvero ben fatta come ricerca. complimenti ai ricercatori
da rilevare un importante e buona notizia, la diminuzione importante delle particelle inquinanti nella troposfera padana.
da rilevare un importante e buona notizia, la diminuzione importante delle particelle inquinanti nella troposfera padana.
luca90- Clone Colonnello Bernacca
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Re: Cambiamenti climatici
Ecco il mio articolo riguardo alla GENESI MARITTIMA
Dopo anni di studio e osservazione, ci sono quasi arrivato, ma manca qualcosa...! A naso, comunque, me ne accorgo quando il mare " non ne ha voglia" oppure " ha voglia di fare le cose in grande".
Quel classico rumore sordo, cupo, quasi inquietante. Gli abitanti dei litorali conoscono molto bene il rombo del temporale marittimo. Nulla di paragonabile ai tuoni secchi e fragorosi del temporale terrestre.
A volte il rumore è quasi cavernoso, il tuono è cupo e prolungato; la massa d'acqua che scende sotto la base del temporale è notevole, al punto da determinare allagamenti o alluvioni lampo in caso di sconfinamento sulla terraferma.
Avete capito bene! Il temporale marittimo, quando raggiunge la terraferma, non è altro che uno sconfinamento. Il fenomeno può avvicinarsi alla costa solo se le correnti sono favorevoli, ma la sua zona di genesi è al largo.
Se il flusso dominante si presenta teso, il temporale può arrivare sulla costa in brevissimo tempo e magari "incastonarsi" in qualche vallata stretta del retrostante Appennino. In questo caso il fenomeno può rigenerarsi sul posto per ore e ore, determinando fenomeni alluvionali anche gravi (vedi il temporale del Ferregiano a Genova e l'alluvione delle Cinque Terre, nell'autunno del 2011).
Cosa innesca la genesi temporalesca marittima? Rispetto alla terraferma, generare un temporale in mare non è una cosa così immediata o scontata.
Per "solleticare " la terraferma bastano due giorni di caldo, seguiti da un sistema frontale o una massa d'aria più fredda. Il calore presente al suolo viene letteralmente sbattuto in quota, con la produzione di temporali anche di forte intensità. Il fenomeno è quindi RAPIDO e si esaurisce in genere in breve tempo.
In mare le cose si complicano...e molto! Per prima cosa, gli specchi di mare che ci circondano non si scaldano in due giorni. Scaldare una massa d'acqua è un'operazione complessa e lunga. Ciò fornisce in un primo tempo MENO ENERGIA TERMICA rispetto alla terraferma nei mesi estivi, motivo per cui il mare risulta spesso silente dal punto di vista temporalesco in estate.
Come si comporta il mare al passaggio di un fronte ( ad esempio nel mese di agosto)? Nonostante la superficie marina sia già calda, questa non è una condizione sufficiente affichè il mare partorisca un temporale, anche se su di esso vi transita aria più fredda. Succede spesso che il mare risulti inerte, anche con saccature di ottima portata.
Se si analizza la sinottica, è evidente che per determinare il sollevamento del calore da uno specchio d'acqua, con conseguente assetto temporalesco, serva una quantità di freddo maggiore ed un calo dei geopotenziali più forte rispetto alla terraferma. Se entrambi i processi si verificano, si ha il sollevamento GRADUALE dell'aria umida dal mare e la creazione del temporale marittimo. Il tutto però si svolge in condizioni di MAGGIORE LENTEZZA. In poche parole, quando il mare produce...non lo fermi più!
Sarebbe come paragonare la benzina super ( il temporale terrestre) al diesel ( il temporale marittimo). Il primo è rapido, ma dura poco...il secondo è lento, recarcitrante, ma quando è innescato serve molto più tempo per poterlo smorzare. Ecco il motivo per cui i temporali marittimi sono spesso forieri di allagamenti e non portano quasi mai la grandine al loro interno.
Tutto finito? Assolutamente no! Se la genesi marittima fosse regolata solo dalla sinottica, non si spiegherebbero certe "prestazioni impreviste" che il mare spesso ci fa vedere in estate, anche con condizioni sinottiche poco idonee ( ad esempio sul Mar Ligure e sull'alto Adriatico). In pratica, pesano anche le condizioni intrinseche del mare stesso, che possono facilitare o stoppare un'eventuale salita temporalesca.
Salinità, altezza del termoclino ( la zona superficiale dove il mare si scalda con il sole), eventuale presenza di UPWELLING ( flussi di acqua fredda in risalita dal fondo), profondità dei fondali, possono accelare o stoppare le genesi in un temporale marittimo anche con sinottiche più o meno favorevoli.
La maggiore salinità, che scaturisce da un minore apporto di acqua dolce dei fiumi, è un deterrente all'evaporazione marittima di superficie. Meno vapore acqueo, meno produzione di nubi; la formazione del temporale marittimo diventa quindi più complessa.
L'altezza del termoclino è importante invece per la violenza dei fenomeni temporaleschi. Un maggiore spessore dello strato superficiale di acqua riscaldata dal sole implica una maggiore energia dei fenomeni in seno ad un transito perturbato.
L'upwelling, ovvero la risalita di acqua fredda dai fondali, può invece stoppare o ritardare la genesi temporalesca sullo specchio d'acqua interessato dal fenomeno. La presenza di acqua più fredda in risalita può quindi ridurre il potere energetico di una parte di mare, a scapito di una immediatamente accanto. In questo modo il temporale marittimo, in seno a sinottiche favorevoli, può scoppiare in luoghi diversi rispetto a ciò che si prevedeva.
Anche la profondità dei fondali acquisce o smorza il potere temporalesco di uno specchio d'acqua a favore di un'altro. Un mare con fondali più bassi si scalda maggiormente. Ciò determina maggiore accumulo di energia ed una maggiore produzione di temporali rispetto ad una zona con un fondale più profondo.
Tenete presente che vi sono altri fattori ancora sconosciuti che" accendono o spengono" (dal punto di vista temporalesco) alcuni tratti di mare a scapito di altri. In un futuro non molto lontano, forse, verranno date altre risposte.
Come vedete, se per formare un temporale terrestre serve X, per formare un marittimo serve X+Y+Z, ovvero una serie di concause favorevoli...e se solo una manca, il ts non si accende!
Dopo anni di studio e osservazione, ci sono quasi arrivato, ma manca qualcosa...! A naso, comunque, me ne accorgo quando il mare " non ne ha voglia" oppure " ha voglia di fare le cose in grande".
Quel classico rumore sordo, cupo, quasi inquietante. Gli abitanti dei litorali conoscono molto bene il rombo del temporale marittimo. Nulla di paragonabile ai tuoni secchi e fragorosi del temporale terrestre.
A volte il rumore è quasi cavernoso, il tuono è cupo e prolungato; la massa d'acqua che scende sotto la base del temporale è notevole, al punto da determinare allagamenti o alluvioni lampo in caso di sconfinamento sulla terraferma.
Avete capito bene! Il temporale marittimo, quando raggiunge la terraferma, non è altro che uno sconfinamento. Il fenomeno può avvicinarsi alla costa solo se le correnti sono favorevoli, ma la sua zona di genesi è al largo.
Se il flusso dominante si presenta teso, il temporale può arrivare sulla costa in brevissimo tempo e magari "incastonarsi" in qualche vallata stretta del retrostante Appennino. In questo caso il fenomeno può rigenerarsi sul posto per ore e ore, determinando fenomeni alluvionali anche gravi (vedi il temporale del Ferregiano a Genova e l'alluvione delle Cinque Terre, nell'autunno del 2011).
Cosa innesca la genesi temporalesca marittima? Rispetto alla terraferma, generare un temporale in mare non è una cosa così immediata o scontata.
Per "solleticare " la terraferma bastano due giorni di caldo, seguiti da un sistema frontale o una massa d'aria più fredda. Il calore presente al suolo viene letteralmente sbattuto in quota, con la produzione di temporali anche di forte intensità. Il fenomeno è quindi RAPIDO e si esaurisce in genere in breve tempo.
In mare le cose si complicano...e molto! Per prima cosa, gli specchi di mare che ci circondano non si scaldano in due giorni. Scaldare una massa d'acqua è un'operazione complessa e lunga. Ciò fornisce in un primo tempo MENO ENERGIA TERMICA rispetto alla terraferma nei mesi estivi, motivo per cui il mare risulta spesso silente dal punto di vista temporalesco in estate.
Come si comporta il mare al passaggio di un fronte ( ad esempio nel mese di agosto)? Nonostante la superficie marina sia già calda, questa non è una condizione sufficiente affichè il mare partorisca un temporale, anche se su di esso vi transita aria più fredda. Succede spesso che il mare risulti inerte, anche con saccature di ottima portata.
Se si analizza la sinottica, è evidente che per determinare il sollevamento del calore da uno specchio d'acqua, con conseguente assetto temporalesco, serva una quantità di freddo maggiore ed un calo dei geopotenziali più forte rispetto alla terraferma. Se entrambi i processi si verificano, si ha il sollevamento GRADUALE dell'aria umida dal mare e la creazione del temporale marittimo. Il tutto però si svolge in condizioni di MAGGIORE LENTEZZA. In poche parole, quando il mare produce...non lo fermi più!
Sarebbe come paragonare la benzina super ( il temporale terrestre) al diesel ( il temporale marittimo). Il primo è rapido, ma dura poco...il secondo è lento, recarcitrante, ma quando è innescato serve molto più tempo per poterlo smorzare. Ecco il motivo per cui i temporali marittimi sono spesso forieri di allagamenti e non portano quasi mai la grandine al loro interno.
Tutto finito? Assolutamente no! Se la genesi marittima fosse regolata solo dalla sinottica, non si spiegherebbero certe "prestazioni impreviste" che il mare spesso ci fa vedere in estate, anche con condizioni sinottiche poco idonee ( ad esempio sul Mar Ligure e sull'alto Adriatico). In pratica, pesano anche le condizioni intrinseche del mare stesso, che possono facilitare o stoppare un'eventuale salita temporalesca.
Salinità, altezza del termoclino ( la zona superficiale dove il mare si scalda con il sole), eventuale presenza di UPWELLING ( flussi di acqua fredda in risalita dal fondo), profondità dei fondali, possono accelare o stoppare le genesi in un temporale marittimo anche con sinottiche più o meno favorevoli.
La maggiore salinità, che scaturisce da un minore apporto di acqua dolce dei fiumi, è un deterrente all'evaporazione marittima di superficie. Meno vapore acqueo, meno produzione di nubi; la formazione del temporale marittimo diventa quindi più complessa.
L'altezza del termoclino è importante invece per la violenza dei fenomeni temporaleschi. Un maggiore spessore dello strato superficiale di acqua riscaldata dal sole implica una maggiore energia dei fenomeni in seno ad un transito perturbato.
L'upwelling, ovvero la risalita di acqua fredda dai fondali, può invece stoppare o ritardare la genesi temporalesca sullo specchio d'acqua interessato dal fenomeno. La presenza di acqua più fredda in risalita può quindi ridurre il potere energetico di una parte di mare, a scapito di una immediatamente accanto. In questo modo il temporale marittimo, in seno a sinottiche favorevoli, può scoppiare in luoghi diversi rispetto a ciò che si prevedeva.
Anche la profondità dei fondali acquisce o smorza il potere temporalesco di uno specchio d'acqua a favore di un'altro. Un mare con fondali più bassi si scalda maggiormente. Ciò determina maggiore accumulo di energia ed una maggiore produzione di temporali rispetto ad una zona con un fondale più profondo.
Tenete presente che vi sono altri fattori ancora sconosciuti che" accendono o spengono" (dal punto di vista temporalesco) alcuni tratti di mare a scapito di altri. In un futuro non molto lontano, forse, verranno date altre risposte.
Come vedete, se per formare un temporale terrestre serve X, per formare un marittimo serve X+Y+Z, ovvero una serie di concause favorevoli...e se solo una manca, il ts non si accende!
Re: Cambiamenti climatici
chapeau davide bell'articolo
su questa frase però voglio una tua opinione:"Come vedete, se per formare un temporale terrestre serve X, per formare un marittimo serve X+Y+Z, ovvero una serie di concause favorevoli...e se solo una manca, il ts non si accende"
perchè i temporali terrestri hanno bisogno solo di una causa scatenante? io direi che anche per questi bisogna incastrare diversi fattori molto meno di quelli marittimi ma non è facile formare un temporale terrestre
su questa frase però voglio una tua opinione:"Come vedete, se per formare un temporale terrestre serve X, per formare un marittimo serve X+Y+Z, ovvero una serie di concause favorevoli...e se solo una manca, il ts non si accende"
perchè i temporali terrestri hanno bisogno solo di una causa scatenante? io direi che anche per questi bisogna incastrare diversi fattori molto meno di quelli marittimi ma non è facile formare un temporale terrestre
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Re: Cambiamenti climatici
riccardo 94 ha scritto:chapeau davide bell'articolo
su questa frase però voglio una tua opinione:"Come vedete, se per formare un temporale terrestre serve X, per formare un marittimo serve X+Y+Z, ovvero una serie di concause favorevoli...e se solo una manca, il ts non si accende"
perchè i temporali terrestri hanno bisogno solo di una causa scatenante? io direi che anche per questi bisogna incastrare diversi fattori molto meno di quelli marittimi ma non è facile formare un temporale terrestre
Non hai letto tutto attentamente Richi!
[...] "Per "solleticare " la terraferma bastano due giorni di caldo, seguiti da un sistema frontale o una massa d'aria più fredda. Il calore presente al suolo viene letteralmente sbattuto in quota, con la produzione di temporali anche di forte intensità. Il fenomeno è quindi RAPIDO e si esaurisce in genere in breve tempo.
In mare le cose si complicano...e molto! Per prima cosa, gli specchi di mare che ci circondano non si scaldano in due giorni. Scaldare una massa d'acqua è un'operazione complessa e lunga. Ciò fornisce in un primo tempo MENO ENERGIA TERMICA rispetto alla terraferma nei mesi estivi, motivo per cui il mare risulta spesso silente dal punto di vista temporalesco in estate. [...]
Re: Cambiamenti climatici
Davimeteo ha scritto:riccardo 94 ha scritto:chapeau davide bell'articolo
su questa frase però voglio una tua opinione:"Come vedete, se per formare un temporale terrestre serve X, per formare un marittimo serve X+Y+Z, ovvero una serie di concause favorevoli...e se solo una manca, il ts non si accende"
perchè i temporali terrestri hanno bisogno solo di una causa scatenante? io direi che anche per questi bisogna incastrare diversi fattori molto meno di quelli marittimi ma non è facile formare un temporale terrestre
Non hai letto tutto attentamente Richi!
[...] "Per "solleticare " la terraferma bastano due giorni di caldo, seguiti da un sistema frontale o una massa d'aria più fredda. Il calore presente al suolo viene letteralmente sbattuto in quota, con la produzione di temporali anche di forte intensità. Il fenomeno è quindi RAPIDO e si esaurisce in genere in breve tempo.
In mare le cose si complicano...e molto! Per prima cosa, gli specchi di mare che ci circondano non si scaldano in due giorni. Scaldare una massa d'acqua è un'operazione complessa e lunga. Ciò fornisce in un primo tempo MENO ENERGIA TERMICA rispetto alla terraferma nei mesi estivi, motivo per cui il mare risulta spesso silente dal punto di vista temporalesco in estate. [...]
però non bastano sempre due giorni ci sono devono essere anche altri fattori
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Re: Cambiamenti climatici
ora me lo sono potuto leggere, davvero ben fatto come articolo, bravo davide
a differenza degli altri anni sembra che durante l'appena concluso autunno di questi temporali se ne siano formati di più, la spiegazione, oltre al fatto delle medesime configurazioni che hanno caratterizzato la maggior parte dei mesi di ottobre-novembre ci sia proprio questo fattore dei mari caldi.
da come si evince quindi dal tuo articolo, dalla potenza dei fenomeni al continuo formarsi di questi eventi si può dire che le acque dei mari non mostravano segnali di sopramedia solo in superficie, bensi anche in profondità e questo a mio avviso è una colpa da accreditare a questo anno, il 2014 che ha visto il susseguirsi di molte fasi prolungate di sopramedia ricordando che durante lo scorso inverno siamo stati praticamente esenti da eventi freddi in grado di apportare un significativo calo termico delle acque.
a differenza degli altri anni sembra che durante l'appena concluso autunno di questi temporali se ne siano formati di più, la spiegazione, oltre al fatto delle medesime configurazioni che hanno caratterizzato la maggior parte dei mesi di ottobre-novembre ci sia proprio questo fattore dei mari caldi.
da come si evince quindi dal tuo articolo, dalla potenza dei fenomeni al continuo formarsi di questi eventi si può dire che le acque dei mari non mostravano segnali di sopramedia solo in superficie, bensi anche in profondità e questo a mio avviso è una colpa da accreditare a questo anno, il 2014 che ha visto il susseguirsi di molte fasi prolungate di sopramedia ricordando che durante lo scorso inverno siamo stati praticamente esenti da eventi freddi in grado di apportare un significativo calo termico delle acque.
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Re: Cambiamenti climatici
riccardo 94 ha scritto:
però non bastano sempre due giorni ci sono devono essere anche altri fattori
Ok Richi elencameli e dimmi quali sono gli altri fattori x l'innestro dei temporali terrestri !
Re: Cambiamenti climatici
un'altro fattore che ha reso questo 2014 meteorologicamente "fulminato"
L'autunno così anomalo che ci siamo lasciati alle spalle, a causa delle temperature costantemente troppo elevate, ha visto una maggior energia in gioco in atmosfera, con coseguenti temporali fuori stagione dalle caratteristiche estive che si sono abbattuti in modo insolito fino alla fine d'autunno sulla Val Padana, dove in realtà i fulmini dovrebbero essere una rarità in tale periodo, così come in inverno. In sostanza anche la seconda parte della stagione ha visto verificarsi sulle regioni del Nord fenomeni meteorologici temporaleschi più caratteristici dell'inizio d'autunno, se non della tarda estate. Lo abbiamo spesso sottolineato e la conferma giunge direttamente dai numeri registrati dal Sistema italiano di rilevamento fulmini.
L'attività elettrica è stata davvero record in Lombardia: a ottobre, un mese che può riservare ancora qualche episodio elettrico, sono caduti la bellezza di 3133 fulmini, il doppio rispetto all'anno prima. Non meno sorprendenti i dati relevati a novembre, con 515 fulmini (di cui ben 172 in provincia di Bergamo, dove la media da inizio anni 2000 è pari a soli 57 fulmini). Tra le giornate record per il numero di saette figurano il 13 ottobre, il 16 e 17 novembre. Quest'autunno così ricco d'attività elettrica si allinea al trend di tutto l'anno: il 2014 si è confermato l'anno dei record dal 1996, da quando il Sirf ha cominciato ad archiviare i suoi dati. La Lombardia ha sfondato quota 70 mila saette, quasi il doppio dello scorso anno.
articolo tratto da mtg
L'autunno così anomalo che ci siamo lasciati alle spalle, a causa delle temperature costantemente troppo elevate, ha visto una maggior energia in gioco in atmosfera, con coseguenti temporali fuori stagione dalle caratteristiche estive che si sono abbattuti in modo insolito fino alla fine d'autunno sulla Val Padana, dove in realtà i fulmini dovrebbero essere una rarità in tale periodo, così come in inverno. In sostanza anche la seconda parte della stagione ha visto verificarsi sulle regioni del Nord fenomeni meteorologici temporaleschi più caratteristici dell'inizio d'autunno, se non della tarda estate. Lo abbiamo spesso sottolineato e la conferma giunge direttamente dai numeri registrati dal Sistema italiano di rilevamento fulmini.
L'attività elettrica è stata davvero record in Lombardia: a ottobre, un mese che può riservare ancora qualche episodio elettrico, sono caduti la bellezza di 3133 fulmini, il doppio rispetto all'anno prima. Non meno sorprendenti i dati relevati a novembre, con 515 fulmini (di cui ben 172 in provincia di Bergamo, dove la media da inizio anni 2000 è pari a soli 57 fulmini). Tra le giornate record per il numero di saette figurano il 13 ottobre, il 16 e 17 novembre. Quest'autunno così ricco d'attività elettrica si allinea al trend di tutto l'anno: il 2014 si è confermato l'anno dei record dal 1996, da quando il Sirf ha cominciato ad archiviare i suoi dati. La Lombardia ha sfondato quota 70 mila saette, quasi il doppio dello scorso anno.
articolo tratto da mtg
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Re: Cambiamenti climatici
Davimeteo ha scritto:riccardo 94 ha scritto:
però non bastano sempre due giorni ci sono devono essere anche altri fattori
Ok Richi elencameli e dimmi quali sono gli altri fattori x l'innestro dei temporali terrestri !
C'è il cape, ci sono le varie brezze locali che inibiscono o rinforzano certi fenomeni....altri non me ne vengono ....Davide so che ha ragione ad affermare che i temporali marittimi hanno più fattori che devono incastrarsi tra di loro...ma quelli terrestri nn sono cosi semplici da formare a mio modo...tutto qui
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Re: Cambiamenti climatici
Prima leggevo un articolo su mtg sui dati climatici del 2014 secondo un altro ente, sono rimasto abbastanza sconcertato nel leggere che potrebbe essere stato l'anno piu caldo da 4000anni.
Piu tardi posto l'articolo.
Piu tardi posto l'articolo.
luca90- Clone Colonnello Bernacca
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Re: Cambiamenti climatici
http://meteolive.leonardo.it/news/Amarcord/11/prof-battaglia-dati-sbagliati-fu-il-1934-e-non-il-1998-l-anno-pi-caldo-di-sempre-/49698/
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Re: Cambiamenti climatici
tempo da Lupi 90 ha scritto:http://meteolive.leonardo.it/news/Amarcord/11/prof-battaglia-dati-sbagliati-fu-il-1934-e-non-il-1998-l-anno-pi-caldo-di-sempre-/49698/
articolo comunque discutibile...il 1934 è più caldo per un'inezia
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Re: Cambiamenti climatici
si però è stato un errore che ha riguardato soprattutto gli USA; infatti a livello globali tra i dati prima e quelli successivi non c' è praticamente alcuna differenza
qui gli USA..
qui gli USA..
Re: Cambiamenti climatici
Non so più se credere a quei dati (ma soprattutto alle previsioni catastrofiche che danno per certo un innalzamento di 2-4°C entro il 2050 e un innalzamento di 50 mt del livello del mare, soliti megalomani americani) c'è sotto un giro di soldi incredibile e dove c'è il soldo c'è speculazione e dove c'è speculazione si potrebbe non dire la verità. Sono sempre stato scettico nel credere che l'uomo possa influire il clima, e più passa il tempo e più credo che l'uomo non possa riscaldare il pianeta, credo possa inquinarlo, deturparlo, avvelenarlo ma scaldarlo no! Il riscaldamento di 0.8°C dal 1850 credo sia più verosimile che debba essere attribuito ad un ciclo solare più intenso.
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Re: Cambiamenti climatici
tempo da Lupi 90 ha scritto:Non so più se credere a quei dati (ma soprattutto alle previsioni catastrofiche che danno per certo un innalzamento di 2-4°C entro il 2050 e un innalzamento di 50 mt del livello del mare, soliti megalomani americani) c'è sotto un giro di soldi incredibile e dove c'è il soldo c'è speculazione e dove c'è speculazione si potrebbe non dire la verità. Sono sempre stato scettico nel credere che l'uomo possa influire il clima, e più passa il tempo e più credo che l'uomo non possa riscaldare il pianeta, credo possa inquinarlo, deturparlo, avvelenarlo ma scaldarlo no! Il riscaldamento di 0.8°C dal 1850 credo sia più verosimile che debba essere attribuito ad un ciclo solare più intenso.
occhio riscaldamento di 0,8° dalla fine degli anni 70
riccardo 94- Clone Colonnello Bernacca
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