Asiago - niente neve - FOTO fra storia e paesaggi
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Asiago - niente neve - FOTO fra storia e paesaggi
Ciao ragazzi, premetto che questo post che tengo a condividere a con voi non contiene solo foto ( e quelle presenti non sono tutte paesaggistiche o meteorologiche, ma ce ne sono alcune magari “tristi” e non comuni)ma è anche un piccolo racconto, a tratti quasi “poetico”, e che la mia intenzione non è quella di suscitare polemiche ma solo quella di mostrare le bellezze dell’Altipiano e di ricordare un periodo della storia italiana che lassù ha lasciato molti segni.
Dunque, come alcuni di voi sanno già io e i miei genitori siamo molto affezionati e legati ad Asiago e al suo Altipiano, tanto da tornarci appena possibile. Quest’anno siamo saliti per l’Immacolata, non c’era alcuna traccia di neve e perciò approfittando della presenza dei cugini, mai stati lì, oltre alle passeggiate abbiamo (ri)visitato alcuni luoghi testimoni delle battaglie che si sono svolte durante la I Guerra Mondiale fra l’esercito italiano e quello austroungarico, anche se in realtà tutto l’Altipiano mostra ancora i segni di questa guerra, basti pensare che, soprattutto in determinate condizioni di luce, tutti i pascoli mostrano i buchi ormai smussati dei colpi dell’artiglieria.
Siamo partiti dal monte Zebio(http://fortinorditalia.altervista.org/zebio.html), con una spettacolare vista sull’Altipiano e non solo, dove sono state ricostruiti diversi tratti di trincea. Di questo luogo,che, a differenza di come appare oggi nelle foto, all’epoca va immaginato molto più brullo e pietroso ho scattato tre foto panoramiche
Qui sotto invece ci sono due foto riferite ai pascoli dietro Cima Ekar(http://www.pd.astro.it/meteo/webcam_low.php), dove avevano casa i miei zii e dove ho trascorso diversi momenti bellissimi della mia infanzia
Più tardi ci siamo recati al Sacrario di Asiago (http://it.wikipedia.org/wiki/Sacrario_militare_di_Asiago), già di per sé un luogo che evoca forti emozioni e fa rabbrividire al solo pensiero di quanti cadaveri di combattenti siano sepolti lì ma che, a causa di una coincidenza, ci ha tutti resi ancora più fragili e commossi davanti a questi pensieri: cercherò di farvi vivere le stesse emozioni. Entriamo nel sacrario alle 16,30 sapendo che la chiusura sarà mezz’ora più tardi e appena prima delle 17, già emozionati dalla visita interna, ci incamminiamo verso la macchina dando le spalle al sacrario percorrendo il lungo viale in leggera discesa che conduce alla cancellata d’ingresso: ad un certo punto sentiamo nell’aria le note dell’inno Italiano che si diffonde dagli altoparlanti posizionati vicino all’entrata. Siamo soli, gli unici visitatori, ci giriamo immediatamente e vediamo il maestoso edificio con la luna piena sopra di esso che si staglia perfettamente nel blu del crepuscolo e il nostro inno che continua risuonare. La commozione è già forte, in un’atmosfera unica, quando, appena finito l’inno inizia a riecheggiare il Silenzio, la canzone intonata in memoria dei caduti (per intenderci: ). Proprio in quel momento le due bandiere italiane situate ai lati sui pennoni iniziano a sventolare e a rendere il tutto ancora più toccante, considerando l’insieme dato dalla luogo particolare, dal nostro isolamento, dalla luna piena che illuminava la notte e da queste tristi note che suonavano. Er a da tanto che non ci emozionavamo così. Purtroppo le foto rendono solo minimamente l’idea dell’atmosfera
Le foto seguenti sono state scattate durante una breve passeggiata fra Campomulo e il Monte Ortigara(http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_del_monte_Ortigara), altro luogo simbolo di sanguinose battaglie. Particolare la seconda foto con una sorta di scheletro di un albero abbattuto, come ci siamo resi conto solo in un secondo momento
Le foto che seguono invece sono riferite al secondo momento emozionante che ci ha molto colpito. Decidiamo infatti di andare al monte Corno, una terrazza naturale, l’ultima propaggine sulla Pianura Padana, passando attraverso una strada sterrata che attraversa un bosco lungo il quale sono situati alcuni cimiteri inglesi dove sono sepolti sempre dei soldati della I GM. Anche qui, cerco di rendere al meglio la situazione: passiamo dagli aperti pascoli dell’altipiano illuminati da un pallido e freddo sole invernale ad un fitto bosco di pini e abeti che tanto assomiglia ad una ghiacciaia, con la brina in diversi punti e con i raggi del sole che faticano a farsi notare illuminando a malapena piccole radure e formando autentiche “scaglie” di luce che sembrano dare nuova vita al muschio e a tutte le piante del sottobosco. Passando in questo bosco incantato, raggiungiamo la radura dove è posizionato il Cimitero del Barenthal(http://it.wikipedia.org/wiki/Barenthal). L’atmosfera sembra sempre più magica, il tipico prato inglese del cimitero è infatti diviso in due perfette metà: una, dove prima il sole è riuscito ad arrivare, è completamente sgombra di ghiaccio mentre l’altra metà è ancora ghiacciata, intonsa e avvolta in uno spesso velo di brina che rende l’atmosfera davvero suggestiva, quasi surreale ed eterna. Ancora una volta, le foto non rendono al meglio ma vi assicuro che dal vivo era davvero emozionante
Due tombe, una di un soldato ricordato dalla madre, l'altra di un soldato ricordato e "conosciuto da Dio"
E, nel cielo sopra il cimitero, un "incontro"
Appena finito la visita al piccolo cimitero inglese ci dirigiamo appunto verso la terrazza naturale del monte Corno, dove ci avviciniamo al monumento in pietra dedicato al “Caduto Ignoto per la Libertà” e dove proviamo a buttare un occhio anche verso il Monte Grappa(http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Grappa) e la pianura, dalla quale sbucano solo le cime dei Colli Berici ed Euganei, mentre il resto è avvolto nella nebbia e nelle nuvole.
L'Astico
Fine prima parte
Dunque, come alcuni di voi sanno già io e i miei genitori siamo molto affezionati e legati ad Asiago e al suo Altipiano, tanto da tornarci appena possibile. Quest’anno siamo saliti per l’Immacolata, non c’era alcuna traccia di neve e perciò approfittando della presenza dei cugini, mai stati lì, oltre alle passeggiate abbiamo (ri)visitato alcuni luoghi testimoni delle battaglie che si sono svolte durante la I Guerra Mondiale fra l’esercito italiano e quello austroungarico, anche se in realtà tutto l’Altipiano mostra ancora i segni di questa guerra, basti pensare che, soprattutto in determinate condizioni di luce, tutti i pascoli mostrano i buchi ormai smussati dei colpi dell’artiglieria.
Siamo partiti dal monte Zebio(http://fortinorditalia.altervista.org/zebio.html), con una spettacolare vista sull’Altipiano e non solo, dove sono state ricostruiti diversi tratti di trincea. Di questo luogo,che, a differenza di come appare oggi nelle foto, all’epoca va immaginato molto più brullo e pietroso ho scattato tre foto panoramiche
Qui sotto invece ci sono due foto riferite ai pascoli dietro Cima Ekar(http://www.pd.astro.it/meteo/webcam_low.php), dove avevano casa i miei zii e dove ho trascorso diversi momenti bellissimi della mia infanzia
Più tardi ci siamo recati al Sacrario di Asiago (http://it.wikipedia.org/wiki/Sacrario_militare_di_Asiago), già di per sé un luogo che evoca forti emozioni e fa rabbrividire al solo pensiero di quanti cadaveri di combattenti siano sepolti lì ma che, a causa di una coincidenza, ci ha tutti resi ancora più fragili e commossi davanti a questi pensieri: cercherò di farvi vivere le stesse emozioni. Entriamo nel sacrario alle 16,30 sapendo che la chiusura sarà mezz’ora più tardi e appena prima delle 17, già emozionati dalla visita interna, ci incamminiamo verso la macchina dando le spalle al sacrario percorrendo il lungo viale in leggera discesa che conduce alla cancellata d’ingresso: ad un certo punto sentiamo nell’aria le note dell’inno Italiano che si diffonde dagli altoparlanti posizionati vicino all’entrata. Siamo soli, gli unici visitatori, ci giriamo immediatamente e vediamo il maestoso edificio con la luna piena sopra di esso che si staglia perfettamente nel blu del crepuscolo e il nostro inno che continua risuonare. La commozione è già forte, in un’atmosfera unica, quando, appena finito l’inno inizia a riecheggiare il Silenzio, la canzone intonata in memoria dei caduti (per intenderci: ). Proprio in quel momento le due bandiere italiane situate ai lati sui pennoni iniziano a sventolare e a rendere il tutto ancora più toccante, considerando l’insieme dato dalla luogo particolare, dal nostro isolamento, dalla luna piena che illuminava la notte e da queste tristi note che suonavano. Er a da tanto che non ci emozionavamo così. Purtroppo le foto rendono solo minimamente l’idea dell’atmosfera
Le foto seguenti sono state scattate durante una breve passeggiata fra Campomulo e il Monte Ortigara(http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_del_monte_Ortigara), altro luogo simbolo di sanguinose battaglie. Particolare la seconda foto con una sorta di scheletro di un albero abbattuto, come ci siamo resi conto solo in un secondo momento
Le foto che seguono invece sono riferite al secondo momento emozionante che ci ha molto colpito. Decidiamo infatti di andare al monte Corno, una terrazza naturale, l’ultima propaggine sulla Pianura Padana, passando attraverso una strada sterrata che attraversa un bosco lungo il quale sono situati alcuni cimiteri inglesi dove sono sepolti sempre dei soldati della I GM. Anche qui, cerco di rendere al meglio la situazione: passiamo dagli aperti pascoli dell’altipiano illuminati da un pallido e freddo sole invernale ad un fitto bosco di pini e abeti che tanto assomiglia ad una ghiacciaia, con la brina in diversi punti e con i raggi del sole che faticano a farsi notare illuminando a malapena piccole radure e formando autentiche “scaglie” di luce che sembrano dare nuova vita al muschio e a tutte le piante del sottobosco. Passando in questo bosco incantato, raggiungiamo la radura dove è posizionato il Cimitero del Barenthal(http://it.wikipedia.org/wiki/Barenthal). L’atmosfera sembra sempre più magica, il tipico prato inglese del cimitero è infatti diviso in due perfette metà: una, dove prima il sole è riuscito ad arrivare, è completamente sgombra di ghiaccio mentre l’altra metà è ancora ghiacciata, intonsa e avvolta in uno spesso velo di brina che rende l’atmosfera davvero suggestiva, quasi surreale ed eterna. Ancora una volta, le foto non rendono al meglio ma vi assicuro che dal vivo era davvero emozionante
Due tombe, una di un soldato ricordato dalla madre, l'altra di un soldato ricordato e "conosciuto da Dio"
E, nel cielo sopra il cimitero, un "incontro"
Appena finito la visita al piccolo cimitero inglese ci dirigiamo appunto verso la terrazza naturale del monte Corno, dove ci avviciniamo al monumento in pietra dedicato al “Caduto Ignoto per la Libertà” e dove proviamo a buttare un occhio anche verso il Monte Grappa(http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Grappa) e la pianura, dalla quale sbucano solo le cime dei Colli Berici ed Euganei, mentre il resto è avvolto nella nebbia e nelle nuvole.
L'Astico
Fine prima parte
Ultima modifica di Cerex il Gio Dic 15, 2011 11:00 pm - modificato 1 volta.
Re: Asiago - niente neve - FOTO fra storia e paesaggi
Ora tre foto scattate a Gallio e ad Asiago: un enorme cane che vagava per i mercatini natalizi, delle piccole renne(pessima foto) in un recinto di Babbo Natale e l’interno dello Stadio del Ghiaccio dove ho visto negli anni scorsi alcune partite di hockey, fra cui il derby (per me) Milano-Asiago
Adesso delle foto scattate lungo la passeggiata didattica, cartelli che spiegano l’ecosistema “bosco”, del Gerone della Val di Nos. Altro bosco incantato, nella perfetta solitudine, con l’aria frizzante e la camminata su un terreno reso morbidissimo per metà dagli aghi dei larici e per metà dal muschio
Ultime foto di Asiago, scattate lungo il percorso che seguiva le vecchia ferrovia che un tempo saliva fin sull’Altipiano partendo da Piovene Rocchette
Luce non ottimale, purtroppo
Una Davis, montata recentemente, ormai ho l'occhio clunico e le scovo dappertutto
Infine alcune foto scattate a Fusina e al Lido di Venezia, trovato assolutamente deserto, dove siamo andati a trovare un nostro familiare. Purtroppo la giornata era grigia e lo spettacolo della laguna era un po’ limitato.
Spero vi sia piaciuto, anche se molte foto non sono di grande qualità
Adesso delle foto scattate lungo la passeggiata didattica, cartelli che spiegano l’ecosistema “bosco”, del Gerone della Val di Nos. Altro bosco incantato, nella perfetta solitudine, con l’aria frizzante e la camminata su un terreno reso morbidissimo per metà dagli aghi dei larici e per metà dal muschio
Ultime foto di Asiago, scattate lungo il percorso che seguiva le vecchia ferrovia che un tempo saliva fin sull’Altipiano partendo da Piovene Rocchette
Luce non ottimale, purtroppo
Una Davis, montata recentemente, ormai ho l'occhio clunico e le scovo dappertutto
Infine alcune foto scattate a Fusina e al Lido di Venezia, trovato assolutamente deserto, dove siamo andati a trovare un nostro familiare. Purtroppo la giornata era grigia e lo spettacolo della laguna era un po’ limitato.
Spero vi sia piaciuto, anche se molte foto non sono di grande qualità
Re: Asiago - niente neve - FOTO fra storia e paesaggi
tanti applausi cerex.. un viaggio molto emozionale!
luca90- Clone Colonnello Bernacca
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Località : cantù (co)
Re: Asiago - niente neve - FOTO fra storia e paesaggi
bel racconto, complimenti
rob22- Pivello meteo
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Re: Asiago - niente neve - FOTO fra storia e paesaggi
Grazie a tutti, mi fa piacere, pensate che ero tutto soddisfatto e contento perchè l'avevo già scritto tutto la sera prima, ma poi un errore nell'invio mi ha costretto a riscrivere il tutto e a reinserire tutte le foto
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